Pur avendo perso molta della loro
spinta iniziale e non potendo più essere considerati, come una
volta, la “religione in più rapida espansione”, i
Testimoni di Geova rappresentano nel panorama dei movimenti religiosi
occidentali una realtà non trascurabile, e questo per parecchi
buoni motivi. Innanzitutto, perché la loro presenza ormai
può essere quantificata - con riferimento alle statistiche di
fonte geovista relative all'anno 2007 - in poco meno di 6.700.000
aderenti (236.000 in Italia), ai quali possiamo certamente sommare
oltre sei milioni di simpatizzanti, cioè quelli che essi
indottrinano mediante il cosiddetto “studio biblico” (in
Italia questi ammontano a circa 103.000). Vi è poi la loro
considerevole potenza economica. Anche se non si può paragonare
a quella del movimento mormone, un rapporto approssimato per difetto
sugli introiti dell’Organizzazione geovista nel solo campo
americano, riferito al 1992, indica una cifra di 1 miliardo 250 milioni
di dollari. Non è questa la sede per approfondire il discorso
che riguarda le loro risorse economiche, ma possiamo consapevolmente
dire che l’ordine è quello di parecchi miliardi di
dollari. Infine, e non è un aspetto trascurabile, non può
essere sottaciuto il fatto che, nei paesi in cui essi si sono attestati
da più tempo, hanno esercitato e continuano a esercitare un
rilevante peso “politico”. La loro storia in Canada e negli
Stati Uniti, per esempio, mostra quanto le loro campagne di
informazione abbiano pesato sulle decisioni della Corte Suprema in
merito a importanti questioni riguardanti i diritti civili; una recente
sentenza della Corte Europea ha condannato uno stato membro, la Grecia,
al risarcimento dei danni a uno dei loro aderenti per aver applicato
una legge contro il proselitismo che i Testimoni hanno contestato; anni
fa, nello stato africano del Malawi (ex Niassa) migliaia di Testimoni
furono uccisi per aver assunto una posizione intransigente contro la
politica ufficiale del loro paese e attualmente in una trentina di
paesi sono alla politica del “muro contro muro”
perché non intendono accettare ciò che le leggi e le
costituzioni di quei paesi vorrebbero fosse applicato anche a loro.
Pertanto, pur essendo un piccolo
gruppo religioso, i Testimoni di Geova cercano di esercitare
un’influenza inversamente proporzionale alla loro consistenza
numerica. Che siano un gruppo estremamente combattivo e che considerino
loro funzione peculiare quella della lettura autentica delle
legislazioni dei rispettivi paesi di appartenenza, poi, è un
altro dei loro tratti caratteristici. Molti dei loro sforzi sono
infatti rivolti, e questo da lungo tempo, alla continua contestazione
delle leggi e dei regolamenti vigenti. Particolare attenzione prestano
ad alcuni settori nel campo della giurisprudenza: il diritto
dell’ammalato a ricevere determinate cure e quello del genitore
all’affidamento dei figli. Naturalmente i motivi di questo loro
particolare interesse sono squisitamente utilitaristici, ma questo li
ha spinti a creare delle strutture legali e un’organizzazione
internazionale degne di attenzione.
La dottrina alla quale essi fanno
riferimento e che costituisce il punto di forza in molte delle
loro battaglie legali è da essi definita: strategia della guerra teocratica.
In altri termini, quando si tratta di tutelare il loro
“diritto” al rifiuto dell’emotrasfusione e altri
diritti consimili, essi ritengono pienamente giustificato il ricorso
alla menzogna davanti alle corti di giustizia e in altre circostanze.
É opinione dei Testimoni che “è appropriato non far
conoscere la verità a chi non ha il diritto di conoscerla”
(cfr. Ausiliario per capire la Bibbia, Roma 1981, pag. 819; Perspicacia
nello studio delle Scritture, Roma, 1990, II Vol. pag. 257; La Torre di
Guardia del 1° giugno1997, pagg. 10 e segg.). I Testimoni di Geova,
dopo anni di esercitazioni, sono ormai diventati esperti
nell’arte che consiste nel dire solo una parte della
verità, in tal modo contravvenendo alle esigenze dei tribunali
che, praticamente in tutte le legislazioni del mondo occidentale,
richiedono che si dica “la verità, tutta la verità,
nient’altro che la verità”. Essi, invece, sono
esperti nel dire le mezze verità, nel fare dichiarazioni che
possono avere più di un significato, in poche parole nel
mentire, e nel far credere di non farlo ricorrendo a sofismi,
stratagemmi, trucchi, ed equilibrismi morali.
Chi conosce i Testimoni di Geova sa
che essi proclamano a tutto il mondo di essere le uniche persone
esistenti sull’orbe terracqueo che non mentono mai in nessuna
circostanza, e in un loro recente dizionario biblico, così
definiscono la menzogna: “Dire qualcosa di falso a chi ha diritto di conoscere la verità, e far questo con l’intenzione di ingannare o danneggiare lui o qualcun altro” (Perspicacia, op. cit. vol. II, pag. 257). Quindi aggiungono:
Il fatto che la Bibbia condanni la
menzogna non significa che uno sia costretto a informare gli altri di
verità che non hanno diritto di sapere. Gesù Cristo
consigliò: “Non date ciò che è santo ai
cani, né gettate le vostre perle davanti ai porci,
affinché non le calpestino con i loro piedi e voltandosi non vi
sbranino”. (Mt 7:6) Perciò Gesù a volte
evitò di dare informazioni complete o una risposta diretta a
certe domande quando ciò avrebbe potuto essere dannoso. (Mt
15:1-6; 21:23-27; Gv 7:3-10) Evidentemente il comportamento di Abraamo,
Isacco, Raab ed Eliseo inteso a sviare alcuni che non erano adoratori
di Geova o a non rivelare loro tutti i particolari, va visto sotto la
stessa luce. — Ge 12:10-19; cap. 20; 26:1-10; Gsè 2:1-6;
Gc 2:25; 2Re 6:11-23. (pag. 258)
Questo, naturalmente, non ha nulla a
che vedere con la definizione di menzogna che è comunemente
accettata in tutto il mondo! Il Vocabolario della lingua italiana di
Giovanni Treccani (Roma, 1989) così la definisce:
“Affermazione contraria a ciò che si sa o che si crede
vero, o anche contraria a ciò che si pensa; alterazione (oppure
negazione, o anche occultamento) consapevole o intenzionale della
verità”.
La Torre di Guardia non ammetterà mai di insegnare a mentire, ma riconosce che mentire ai “nemici di Dio” non vuol dire mentire, ma compiere un atto di “strategia bellica”, e che:
La parola di Dio comanda: “Dite
dunque la verità ciascuno al suo prossimo”. (Efes. 4:25)
Questo comando, tuttavia, non significa che dovremmo dire a chiunque ci
interroghi tutto quello che vuole sapere. Dobbiamo dire la
verità a chi ha diritto di sapere, ma se non ne ha diritto possiamo essere evasivi (La Torre di Guardia del 15 dicembre 1960, pagg. 762-763 ).
Quando, perciò, i Testimoni
dicono : “noi non possiamo dire bugie”, dobbiamo aver
chiaro in mente ciò che essi intendono per bugia, e che la loro
definizione di menzogna non corrisponde al comune significato che a
questa parola viene attribuito. La Torre di Guardia del 1° maggio 1958, pagg. 259-260 spiegava:
Le menzogne sono falsità dette
per ragioni egoistiche e che danneggiano gli altri. Satana disse a Eva
una menzogna che recò molto male a lei e a tutta la razza umana.
Anania e Saffira dissero menzogne per ragioni egoistiche. Ma nascondere
la verità ad un nemico, che non ha diritto di conoscerla,
non gli reca alcun male, specialmente quando egli userà tali
informazioni per danneggiare altri che sono innocenti ... Quindi in tempo di guerra spirituale
è appropriato sviare il nemico nascondendo la verità. Non
viene fatto egoisticamente; non reca danno a nessuno; al contrario, fa
molto bene.
Non può sfuggire la giustificazione morale che cercano di
provvedere per le loro menzogne. Essi, infatti, dicono che le menzogne
sono tali solo quando sono “dette per ragioni egoistiche” e
“danneggiano gli altri”. La menzogna, invece, è un
male morale in assoluto e non può esserne diminuita la
gravità se essa è pronunciata “a fin di
bene”, come emerge chiaramente dalla definizione ufficiale
dell’Organizzazione. Che ai Testimoni di Geova si insegni a
mentire nel senso che comunemente a questo termine viene attribuito
dalla lingua italiana (e in ogni altra lingua) è illustrato
dalle argomentazioni geoviste in merito al racconto di Abramo il quale,
quando venne in Egitto, disse a Sara di “nascondere il
fatto” che essa era sua moglie (cfr. La Torre di Guardia del 1° agosto 1956, pagg. 454-455). La Torre di Guardia
fa notare che anni dopo, trovandosi a Gherar nel territorio dei
Filistei, Abramo ripeté la menzogna su Sara, dichiarando —
mentendo platealmente — che la moglie fosse in realtà sua
“sorella”. Nell’ottica della Torre di Guardia questo
non è mentire perché “Abrahamo presentò Sara
come sorella per evitare una violenta contesa a causa della sua
condizione di moglie. Sara riconobbe Abrahamo come proprio signore ed
accettò la disposizione, pronta a subirne le conseguenze. Era
disposta a fare la sua parte per salvare la vita del profeta di Geova,
col quale Egli aveva stabilito il suo patto ... Ma i critici hanno un
altro concetto. Essi ritengono Abrahamo del tutto menzognero,
tergiversatore, debole codardo”.
L’analisi e la spiegazione
della Torre di Guardia è del tutto fuorviante e contraddittoria.
É lo stesso episodio, infatti, che smentisce le conclusioni
geoviste. Il faraone, credendo che Sara fosse la sorella nubile di
Abramo, la prese per moglie, e questo fece sì che Dio toccasse
“Faraone e la sua casa con grandi piaghe”. Quando
quest’ultimo si rese conto di come stavano le cose,
restituì ad Abramo la moglie, rimproverandolo e dicendogli che,
se il patriarca gli avesse detto la verità, si sarebbero evitate
molte sofferenze (cfr. Gen. 12,10-20). Così, invece di
costituire una giustificazione della bugia, quest’esempio biblico
la condanna mostrando che essa può avere conseguenze
estremamente negative. Sebbene altrove dichiari di condannare la
menzogna esplicita e giustifichi soltanto il tacere la verità,
esaltando l’esempio di Abramo e ponendolo come modello da emulare
in certe situazioni che hanno come scopo quello di proteggere la
Società, la Torre di Guardia insegna a tutti gli effetti a
mentire in modo esplicito e diretto.
Storia della dottrina
"Vi è tuttavia
un’eccezione che il cristiano dovrebbe tenere in considerazione.
Come soldato di Cristo egli prende parte alla guerra teocratica e
dev’essere estremamente cauto nel trattare con i nemici di Dio.
Infatti le Scritture indicano che allo scopo di proteggere gli
interessi della causa di Dio, è giusto nascondere la verità ai nemici di Dio ... Questo sarebbe incluso nel termine “strategia di guerra”, come fu spiegato ne La Torre di Guardia
del 1° agosto 1956, ed è in armonia col consiglio di
Gesù di essere “cauti come serpenti” quando ci
troviamo fra i lupi. Se le circostanze richiedono che un cristiano
deponga in tribunale giurando di dire la verità, se parla, egli
deve quindi dire la verità. Se si trova nell’alternativa
di parlare e tradire i fratelli, o tacere ed essere denunciato al
tribunale, il cristiano maturo metterà il benessere dei suoi
fratelli prima del suo. (La Torre di Guardia del 15 dicembre 1960, pag. 763, corsivo aggiunto)
Queste parole sono un chiaro
compendio della posizione dei Testimoni in merito alla strategia della
“guerra teocratica”. Come si evince chiaramente, tutti i
critici e gli oppositori della Società Torre di Guardia (dai
Testimoni stimata come l’unica organizzazione cristiana al mondo)
sono considerati “lupi”, perennemente in guerra con la
medesima Società, i cui seguaci, per converso, sono indicati
come “pecore”. Inoltre, è “giusto che le
innocue ‘pecore’ adoperino la strategia di guerra contro i
lupi negli interessi dell’opera di Dio” (La Torre di Guardia del 1° agosto 1956, pag. 462).
I Testimoni di Geova sono coinvolti, quotidianamente e in tutto il
mondo, in centinaia di procedimenti legali che, di volta in volta, li
vedono nella veste di accusati e di accusatori. Sia alla sede centrale
di Brooklyn, quindi, che nelle 113 filiali nel mondo, essi hanno
organizzato degli uffici legali che con il trascorrere del tempo hanno
progressivamente perfezionato una serie di procedure miranti alla
difesa dei loro peculiari comportamenti, in quanto questi ultimi, molto
spesso, danno luogo a controversie legali che i Testimoni non
considerano come tali, ma come tentativi di sopraffazione religiosa.
Ecco che, mentre per qualunque altra persona, una controversia
giudiziaria non è che l’incontro tra due diverse tesi, la
risoluzione della quale a favore dell’una o dell’altra
parte, dopo i diversi gradi di giudizio, fa parte della normale
dialettica democratica, per i
Testimoni di Geova ogni procedimento giudiziario, che non dia ragione
alle loro tesi, diviene automaticamente un attentato alle
libertà costituzionali, alla loro libertà di religione.
É questo il fattore determinante nella comprensione della loro
“strategia”, del loro impianto difensivo o accusatorio.
Basta dare una rapida scorsa alle numerosissime sentenze che li hanno
avuti come protagonisti, e leggere le loro memorie difensive e le loro
tesi per rendersi conto della veridicità di questa asserzione.
Nel caso dei Testimoni di Geova, il tentativo di travisare la
verità e di presentare i fatti in una luce volutamente distorta
allo scopo di conseguire un risultato favorevole alle loro tesi,
è stato tradotto in prassi. Prassi tanto codificata da trovare
collocazione in alcuni manualetti a esclusivo uso interno dei legali
che assumono il patrocinio dei Testimoni nei tribunali e che
costituiscono un illuminante esempio di traduzione moderna del
deprecato principio machiavellico : “il fine giustifica i
mezzi”; le pubblicazioni a tale scopo preparate sono,
nell’ordine di tempo, le seguenti: Direct and Cross-Examination Questions in Child Custody Cases (1987); Preparing for Child Custody Cases (1988); Handling Child Custody and Visitation Disputes for Jehovah’s Witnesses (1989).
I Testimoni di Geova non sentono come moralmente disapprovato questo
loro modo di agire in quanto, ritenendosi gli unici detentori della
verità, qualunque mezzo è lecito perché niente e
nessuno li privi del loro diritto a continuare a praticarla, nemmeno il
vituperato attacco “ad personam”
al quale ricorrono spesso e volentieri nei confronti degli avversari.
Il tentativo di altri, siano essi pure i giudici legittimamente
costituiti, di far emergere una verità che non sia la
“verità” geovista, è visto nell’ottica
della perenne lotta del Male (il “mondo” con ogni sua
istituzione) che tenta di sopraffare il Bene (il verbo geovista).
É veramente singolare che un gruppo religioso ritenga
così importante affidarsi alle aule dei tribunali per la difesa
dei suoi principi dottrinali. Ma questo comportamento non è
un’eccezione nell’ambito dei movimenti religiosi
alternativi.
La menzogna nei tribunali
Poiché alcuni avvocati dell’Organizzazione geovista
lavorano a tempo pieno su casi specifici, essi hanno maturato nel
settore notevole esperienza e abilità, e sanno bene come
comportarsi in tribunale a loro vantaggio. La Società Torre di
Guardia si è organizzata per assistere i propri affiliati in
circostanze come quelle sopra esposte. E di ciò ha dato notizia
a tutti i Testimoni mediante l’edizione del maggio 1991 del loro
bollettino interno Il Ministero del Regno, nel quale, a pag. 7, apparve questo annuncio:
É disponibile un dossier di sentenze e informazioni relative ai
diritti dei testimoni di Geova di ottenere l’affidamento dei
figli e di far loro visita da utilizzare quando un proclamatore del
Regno viene citato in giudizio per questioni di separazione coniugale,
divorzio e affidamento dei figli minori. Il corpo degli anziani
può ottenere questo dossier dal Reparto legale della
Congregazione Centrale. Ricevuto il dossier, il singolo proclamatore
può rimborsare alla Congregazione Centrale le spese di
spedizione. Il dossier contiene sentenze e materiale da dare al proprio
avvocato prima che la causa sia discussa in tribunale, permettendogli
così di prepararsi ad affrontare qualsiasi problema possa
sorgere. Il corpo degli anziani non dovrebbe richiedere queste
informazioni per il proprio archivio, ma solo quando è in corso
un processo.
Successivamente, nell’edizione
in lingua inglese dello stesso bollettino interno (numero
dell’agosto 1992, Vol. 35, n. 8, pag. 7), venivano provvedute
ulteriori informazioni, resesi evidentemente necessarie a motivo del
fatto che l’«offensiva» legale nei loro confronti
assumeva proporzioni sempre crescenti. In esso venivano provvedute le
seguenti istruzioni:
É disponibile un dossier di
materiale legale da utilizzare quando i proclamatori sono citati in
giudizio per questioni che riguardano l’affidamento dei figli e
il far loro visita. Il dossier contiene sentenze e materiale da dare al
proprio avvocato in tutti quei casi nei quali viene messa in dubbio
l’idoneità del genitore a motivo delle sue credenze e
pratiche religiose. Il corpo degli anziani dovrebbe mettersi in
contatto con l’ufficio legale della Società nei seguenti
casi: (a) quando documenti legali o sentenze del tribunale indicano che
vi è un attacco alla religione del proclamatore; (b) nel caso in
cui dovesse essere utilizzata nella testimonianza contro il
proclamatore della letteratura apostata o un esperto in religioni, o un
ex Testimone; (c) quando è richiesto un interrogatorio
preliminare del proclamatore; (d) nel caso in cui dovesse essere
programmato un esame psicologico individuale o del nucleo familiare. Il
dossier non è stato preparato per i casi che prevedono problemi
di natura secolare, quali per esempio controversie sulla
proprietà.
Il linguaggio usato alla fine
è rivelatore. La Società Torre di Guardia considera i
casi giudiziari che riguardano l’affidamento dei figli come un
problema di natura religiosa, da inserire nella loro lotta per la
“libertà di adorazione”; tutti gli altri li
classifica come controversie “secolari”.
Una delle pubblicazioni che abbiamo precedentemente elencato, quella intitolata Preparing For Child Custody Cases
(Preparati per i casi di affidamento dei figli), apertamente invita i
Testimoni a mentire nel corso della loro deposizione. L’opuscolo
in questione, infatti, come ha scritto Rosalie Duron (in Liberty, settembre-ottobre 1991, pag. 16):
è stato
preparato ad uso interno per provvedere assistenza ai loro membri nel
prepararsi a rispondere nelle questioni relative alle cause di divorzio
e per incoraggiare i giovani Testimoni a presentare, sotto giuramento,
una veduta totalmente distorta delle opportunità che sono loro
concesse di farsi strada nel mondo civile. Un esempio di questo
è rappresentato dal fatto che questa pubblicazione suggerisce al
minore di dichiarare in tribunale che una delle sue aspirazioni sarebbe
quella di fare il giornalista (professione che richiede una laurea),
quando è ben noto che l’organizzazione è fortemente
contraria all’istruzione universitaria, e che i Testimoni la
considerano come la causa della sicura perdita della fede e fonte di
associazioni immorali.
Nel 1994, dopo aver esaminato
l’opuscolo di cui ci stiamo occupando, un magistrato della
città di Kansas City, il giudice Bouska, in occasione di un
procedimento che vedeva contrapposti marito e moglie
sull’affidamento del loro bambino di sei anni, concluse che il
manualetto “era preparato allo scopo di istruire i Testimoni a
nascondere alcune delle loro vere credenze e per fuorviare i giudici in
merito a ciò che veramente sono le loro dottrine e atteggiamenti
nei confronti dei minori”. Egli concluse dicendo che la Torre di
Guardia insegna: “Non vi è niente di male nel depistare o
anche nel mentire a qualcuno se questi non è un Testimone di
Geova”.
Un esempio di questo modo fuorviante di presentare se stessi e le
dottrine geoviste per convincere i magistrati della loro
idoneità quali genitori, è dato dalla risposta che viene
suggerito ai Testimoni di Geova di dare in merito alla domanda che
frequentemente viene loro posta dalla gente, e cioè se essi
pensano di essere i soli a salvarsi ad Armaghedon, la finale
“battaglia di Dio”. La Società, nell’opuscolo,
suggerisce che essi rispondano dicendo: “É Geova a
giudicare, non noi”. Ma, in realtà, i Testimoni insegnano
chiaramente che solo quelli affiliati alla loro Organizzazione e che
godono di buona reputazione sopravviveranno ad Armaghedon, di
conseguenza essi conoscono già anticipatamente tale giudizio.
Infatti, un manuale geovista per lo studio biblico ai nuovi associati -
intitolato Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca
- insegna che vi è solo una vera religione e che tutte le altre
sono false e, di conseguenza, tutti quelli che ne fanno parte saranno
annientati:
Geova ha mai impiegato più di
una organizzazione alla volta? Al tempo di Noè, solo lui e
quelli che erano con lui nell’arca furono protetti da Dio e
sopravvissero al Diluvio. (1 Pietro 3:20) Anche nel primo secolo non
c’erano due o più organizzazioni cristiane. Dio trattava
con una soltanto. C’erano “un solo Signore, una sola fede,
un solo battesimo”. (Efesini 4:5) Similmente Gesù predisse
che anche nei nostri giorni ci sarebbe stata un’unica fonte di
istruzione spirituale per il popolo di Dio ... Non illudetevi che ci
siano altre strade o modi per ottenere la vita nel nuovo sistema di
Dio. Ce n’è una sola. Ci fu solo un’arca che
superò il Diluvio, non varie imbarcazioni. E ci sarà
un’unica organizzazione — la visibile organizzazione di Dio
— che sopravvivrà alla “grande tribolazione”
che s’avvicina rapidamente. Non è affatto vero che tutte
le religioni portino allo stesso luogo ... Se volete ricevere da Geova
Dio la benedizione della vita eterna, dovete far parte della Sua
organizzazione, facendo la Sua volontà (Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca, Roma 1982, pagg. 193, 255).
La contraddizione fra le
dichiarazioni per “quelli di fuori”, ai quali si deve
celare la verità, e la dottrina ufficiale in cui si deve
credere, è evidente. La giustificazione che consente ai
Testimoni di mentire senza sentirne il disagio è sempre quella
provveduta dalla dottrina della guerra teocratica
di cui abbiamo già discusso, secondo la quale mentire (o, se
vogliamo ricorrere alla fraseologia geovista, non rivelare la
verità) è appropriato, se sono in gioco gli interessi
dell’Organizzazione.
Un eccellente commento all’opuscolo Preparing for Child Custody Cases
è provveduto da Raymond Franz, che per nove anni ha fatto parte
del supremo consesso dei Testimoni di Geova, il Corpo Direttivo. In un
suo recente libro (In Search of Christian Freedom, Atlanta, Commentary Press 1991) egli spiega:
L’opuscolo di più di 60
pagine provvede indicazioni ai Testimoni che sono genitori, ai loro
figli, ai loro avvocati, ed anche agli anziani locali e ad altri che
possono essere chiamati a testimoniare, presentando in anticipo le
domande insidiose che possono essere fatte da parte avversa e
provvedendo degli esempi di risposte tipo. Riferendoci
all’articolo della Torre di Guardia
sull’onestà citato in precedenza (del 1° luglio 1974,
pag. 410, par. 17), possiamo ricordare che esso diceva: “Che dire
della veracità? Rispettiamo realmente la verità, o siamo
disposti a torcere un pochino la verità, per toglierci da una
situazione imbarazzante, o per ottenere qualcosa che vogliamo?”.
Si paragonino queste parole con alcune delle risposte che il manuale
della Società suggerisce di dare. Al sottotitolo “COME IL GENITORE TESTIMONE
DEVE PREPARASI AL CONTROINTERROGATORIO”, troviamo questa domanda
e la risposta suggerita (pag. 12): [Domanda] Saranno distrutti tutti i
cattolici (o altri)? [Risposta suggerita]: É Geova a giudicare,
non noi.
Una risposta del genere suona bene, in quanto esprime un’idea di
libertà dal dogmatismo e dall’atteggiamento di condanna.
Tuttavia il Testimone che risponde in tal modo sa che le pubblicazioni
della sua organizzazione insegnano chiaramente che solo quelli che sono
associati con “l’organizzazione di Geova”
sopravviveranno alla “grande tribolazione”, e che tutti
quelli che non aderiranno ad essa saranno distrutti.
Franz, poi, passa a commentare la sezione intitolata “ESAME
DIRETTO E RISPOSTE PER GLI ANZIANI LOCALI”, nella quale
l’opuscolo presenta le seguenti domande e risposte:
Qual è il punto di vista [della religione dei Testimoni] nei
confronti degli appartenenti alle altre religioni? Gesù
insegnò ad amare il prossimo come noi stessi, nessuno escluso;
noi rispettiamo il diritto degli altri di adorare come a loro piace.
[La chiesa geovista] insegna che tutti i giovani dovrebbero apprendere
solo la religione dei testimoni di Geova? No. Si considerino le
seguenti osservazioni imparziali sulle altre religioni contenute nelle
nostre pubblicazioni. [Questa risposta è seguita da un elenco di
articoli contenuti nelle riviste La Torre di Guardia e Svegliatevi!].
Su questa parte dell’opuscolo Franz esprime la seguente valutazione:
Ancora una volta, le risposte sottintendono un atteggiamento di
notevole tolleranza [verso la religione] e di notevole apertura
mentale. Tuttavia, di nuovo, il Testimone “anziano” che
risponde in tal modo sa bene che la sua religione insegna invece che
“tutti gli appartenenti alle altre religioni” si trovano
dentro “Babilonia la Grande”, l’impero della falsa
religione, raffigurata nelle Scritture come una “grande
meretrice”, e che la loro adorazione è considerata non
cristiana e che il persistere in essa porta inevitabilmente alla
distruzione. Egli sa pure che i Testimoni sono esortati a non avere
relazioni sociali con tali “persone di altre religioni”,
poiché la loro frequentazione avrebbe un effetto
“corruttore”, e che l’unico momento in cui è
possibile frequentare persone del genere è solo durante
l’attività di “testimonianza” di casa in casa
nella speranza che essi cambino religione. Egli sa che tutti gli
articoli contenuti nell’elenco dell’opuscolo mettono in
risalto gli aspetti negativi
delle “altre religioni” e che l’Organizzazione
scoraggia la lettura della letteratura da esse prodotta; l’unica
lettura consentita e utile è quella pubblicata
dall’Organizzazione stessa.
In definitiva, Franz conclude:
I giovani ai quali è
consigliato di rispondere in tal modo devono sapere che viene loro
chiesto di presentare un quadro che è molto differente da quello
che in effetti emerge dalle pubblicazioni della Torre di Guardia. Se
essi parlassero veramente mossi dalla verità, senza
‘torcerla’, non dovrebbero suggerire ai loro membri di
parlare diversamente da come farebbero durante un’assemblea di
circoscrizione o altrove.
Quest'ultima dichiarazione di Franz deriva dal fatto che, a pag. 43 dell’opuscolo Preparing for Child Custody Cases,
la Società Torre di Guardia spiega in che modo i giovani che
sono chiamati a testimoniare in tribunale devono essere anticipatamente
preparati a rendere la loro deposizione: “Questo dev’essere
usato per mostrare che essi sono normali. Cercate e intervistate
giovani della locale congregazione che sono cresciuti come testimoni di
Geova e che, in base all’opinione del sorvegliante che presiede,
sono di mente spirituale ma che nel contempo amino le cose che
normalmente i giovani amano. Essi non devono praticare sport
competitivi. State attenti a che non
diano l’impressione di trovarsi a presentare una dimostrazione
all’assemblea di circoscrizione, quando spiegano che le cose che
mettono al primo posto nella loro vita sono l’andare in servizio
e la frequenza alle adunanze. Fate vedere che essi praticano
degli hobby, che amano le attività sociali, gli sport e,
specialmente, che fanno progetti per il futuro. State particolarmente attenti che non tutti dicano di voler fare i pionieri.
Fate dire loro che progettano di avviare attività commerciali,
di sposarsi, di avere figli, di intraprendere la carriera giornalistica
e tante altre cose. Se possibile dovrebbero mostrare interesse per le
arti e per il teatro. Devono essere puliti, morali, onesti, ma con gli
interessi che ci si aspetta che abbiano tutti i giovani normali.”
Quella che abbiamo illustrato è proprio la condotta regolarmente
seguita dai Testimoni; un’esperta in questa materia, Lorri
MacGregor, così ha scritto:
Il vostro coniuge (o ex coniuge) Testimone cercherà
disperatamente di ottenere la custodia dei figli. Preparatevi al
peggio. Molti hanno dovuto difendersi da false accuse difficili da
smontare. Essi desiderano dimostrare che siete genitori inaffidabili.
Vi troverete di fronte dei testimoni che hanno osservato il vostro
comportamento con i vostri figli ... A loro disposizione saranno degli
ottimi esperti legali, ed il vostro coniuge e i vostri figli saranno
addestrati in anticipo circa ciò che dovranno dire in tribunale.
La vostra impreparazione o quella del vostro avvocato vi farà
perdere i vostri figli!
... Essi non esiteranno a mentire,
anche sotto giuramento. La loro dottrina della “menzogna
giustificata” insegna che la verità va detta soltanto a
quelli “che hanno il diritto di conoscerla”. I tribunali, i
sistemi giudiziari, gli altri membri della famiglia, gli ex coniugi,
ecc., a motivo del fatto che si oppongono ai Testimoni o per il solo
fatto che non fanno parte dell’«organizzazione di
Geova», non meritano di conoscere la verità. Per i
Testimoni di Geova, essi appartengono a Satana ed è giusto
mentire loro per proteggere “Geova” e la sua organizzazione
terrena (cioè la Società Torre di Guardia). ... Ai
bambini viene detto di tutto per allontanarli da voi e dal male che
è in voi. Essi saranno addestrati a parlare contro di voi in
tribunale. Anche se il giudice dovesse vietare che ai bambini si parli
di religione durante il periodo di visita concesso, essi saranno lo
stesso istruiti a “odiarvi” per il solo fatto che siete
degli oppositori dell’organizzazione di Dio (Lorri MacGregor,
“Fractured Families” in MacGregor Ministries News and Views, ottobre 1994, n° 30, pagg. 3-5).
Il che vuol dire che il coniuge Testimone, pur di ottenere
l’affidamento, sarà disposto a giurare il contrario di
tutto ciò che costituisce l’essenza della sua fede
religiosa. Per esempio, dichiarerà sotto giuramento che non vi
è nessun problema nel consentire ai figli di celebrare le feste,
di giocare con i “bambini del mondo”, di partecipare agli
sport scolastici, andare all’università o ricevere una
trasfusione di sangue se
ciò è necessario per salvare la vita del bambino (e al
riguardo vorrebbero far credere che l’accettazione del sangue non
dia luogo all’espulsione). Alcuni affermano di essere persino
disponibili a consentire al coniuge non Testimone di prendere la
decisione al riguardo (che consentirebbe perciò al minore di
ricevere la necessaria trasfusione) sebbene tutto questo sia, in modo
eclatante, in conflitto con le esplicite direttive della Torre di
Guardia:
"Se a un cristiano viene chiesto di sottomettersi a qualcosa che viola
la superiore legge di Dio, la legge divina ha la precedenza. Alcune
leggi odierne fondamentalmente buone possono essere applicate male per
autorizzare a trasfondere coattivamente un cristiano. In questi casi i
cristiani devono assumere la stessa posizione che assunse
l’apostolo Pietro quando disse: ‘Dobbiamo ubbidire a Dio
come governante anziché agli uomini’.— Atti 5:29.
Con buone ragioni i cristiani sono stati assolutamente determinati a
ubbidire a Dio, anche se un governo ordinava loro di fare altrimenti" (La Torre di Guardia del 15 giugno 1991, pag. 31).
Si può notare, in questa considerazione, come vengano
inculcati nei lettori della rivista alcuni concetti del tutto
fuorvianti. Innanzitutto, si fa continuamente riferimento al termine
“cristiani” sottintendendo che lo siano solo ed
esclusivamente i Testimoni di Geova. Poi, viene spiegato che le leggi
dei governi sono buone soltanto quando vengono applicate in modo da
soddisfare le interpretazioni religiose dei Testimoni di Geova. Esse
sono, infatti, definite “fondamentalmente buone”, ma
“applicate male” se violano le dottrine geoviste. Da questo
insegnamento ufficiale deriva che non esistono leggi buone in nessun
governo, se non incontrano il favore del Corpo Direttivo dei Testimoni
di Geova. Questo modo di pensare è chiaramente eversivo nel
pieno significato del termine, e fa comprendere quale
credibilità debba essere prestata alle loro dichiarazioni
davanti a una corte di giustizia che, proprio perché a volte
applica leggi a loro sgradite, è considerata “non degna di
conoscere la verità”.
Nell’opuscolo più volte
citato viene raccomandato ai genitori Testimoni che, in sede di
interrogatorio, dicano esattamente il contrario di quello che
costituisce il loro reale modo di pensare e di vivere. A pag. 53 -
sotto il titolo: Esame psicologico o psichiatrico dei genitori Testimoni - viene dato il seguente suggerimento:
Oggi i tribunali fanno sempre
più affidamento sulle valutazioni e sulle opinioni espresse sia
dagli psicologi che dagli psichiatri nel determinare quali siano i
migliori interessi di un bambino. Il procedimento su cui si basa la
valutazione psichiatrica o psicologica può assumere rilevante
importanza ai fini della determinazione se le credenze religiose dei
testimoni di Geova abbiano o meno effetti dannosi sui loro figli.
Perciò, vi sono sempre crescenti possibilità che sia i
coniugi che i loro figli vengano sottoposti a degli esami psicologici,
sia per decisione del tribunale che su proposta di qualche legale. Lo
scopo di questa trattazione è quello di aiutarvi a comprendere e
a prepararvi per un tale esame psicologico o psichiatrico.
In passato molti nutrivano diffidenza verso le cure di tali
professionisti e addirittura a volte le rifiutavano. Non vi è
alcuna base per nutrire un tale timore preconcetto o sfiducia. Tenete
presente che lo scopo principale di una procedura del genere da parte
del tribunale, e dell’esame psichiatrico o psicologico, è
quello di determinare quale dei genitori è più idoneo per
provvedere al figlio una casa confortevole e sicura.
Per aiutarvi a comprendere come possono essere applicati i precedenti
principi generali, vi sono provvedute le seguenti domande e risposte
per assistervi nel caso di un’analisi psichiatrica o psicologica.
Come abbiamo già detto, chi viene sottoposto a tale esame non
dovrebbe essere indebitamente sospettoso o porsi sulla difensiva nei
confronti dell’analista che compie l’esame. Dovreste
cercare di rispondere apertamente a ogni domanda, comprendendo che il
compito dell’analista è proprio quello di ottenere delle
informazioni da voi. Quanto segue è un esempio di come NON
dovreste rispondere durante il colloquio.
Qui l’Organizzazione mente
persino ai suoi stessi affiliati, omettendo di dire che era proprio
essa stessa a nutrire tale sfiducia e a considerare gli specialisti in
salute mentale degli stregoni al servizio del diavolo. Vedi, per
esempio, la rivista Svegliatevi!
dell’8 febbraio 1976 che, a pag. 27, dichiarava:
“Sì, chi ama la giustizia ... invece di rivolgersi a
psichiatri e psicologi che per la maggior parte sono anch’essi
privi di fede, si rivolga alla Bibbia”; oppure la Svegliatevi!
dell’8 agosto 1960: “Di norma, andare da uno psichiatra
mondano significa per il cristiano ammettere d’aver
fallito”. (pag. 30). Ed infine la Svegliatevi! dell’8 maggio 1957 sosteneva che: “Lo stregone è il diretto antenato dello psichiatra” (pag. 16).
Tornando all’opuscolo, esso mostra che le risposte da dare sono
quelle che un Testimone di Geova non si sognerebbe mai di dare a uno
dei suoi “anziani” o degli altri suoi correligionari, ma
che deve invece dare a un estraneo, qual è il giudice o il
medico incaricato di analizzarlo, per convincerli d’essere una
persona del tutto normale.
A chi si chiede come è
possibile che gli appartenenti a un movimento, che si dichiara
l’unica confessione cristiana oggi esistente al mondo, possano
senza difficoltà fare della menzogna deliberata una delle loro
principali risorse quando si trovano in difficoltà, rispondiamo
che è proprio a motivo del fatto che, come nel caso di altri
movimenti religiosi alternativi, gli adepti hanno sviluppato la
cosiddetta “mentalità dell’assedio”. Si
ritengono assediati dal nemico — cioè il mondo intero
— e, per poter sopravvivere, devono ricorrere a tattiche di
strategia bellica “spirituale” che consentono di battere il
loro principale avversario, il Diavolo, rappresentato vicariamente dai
governi e dalle autorità umane. Così come un agente
segreto in tempo di guerra, se spia il nemico per la patria, è
considerato un eroe, allo stesso modo, i Testimoni di Geova, quando
riescono a dissimulare i loro veri sentimenti e il loro reale modus operandi al nemico, considerano tale comportamento commendevole, anzi, appropriato e voluto da Dio.
Come è noto, in seguito al
dissolvimento dell’impero sovietico, in tutti i paesi
dell’area ex comunista vi è stata, letteralmente,
un’invasione di movimenti religiosi alternativi, che hanno
trovato, dopo settant’anni di “ateismo” ufficiale, un
campo fertile per la loro propaganda e il loro proselitismo. Fra i
tanti, naturalmente, la Società Torre di Guardia che, in
ossequio alla sua ormai consolidata dottrina della “strategia
teocratica”, non ha esitato a ricorrere a un contorcimento della
verità, pur di ottenere il riconoscimento giuridico nella
Repubblica Ceca. Riassumiamo i fatti risalenti all’estate del
1993.
Con una lettera il responsabile del
Ministero della Cultura della Repubblica Ceca aveva sollevato alcune
obiezioni relative alla richiesta della “Società Religiosa
dei Testimoni di Geova” di ottenere la registrazione ufficiale
presso il Governo di Praga. Le obiezioni riguardavano tre punti in
particolare, e cioè se è vero che i Testimoni di Geova
sono tenuti all’obbligo di non sottoporre, qualora necessario, i
loro figli minori alle trasfusioni di sangue; se è vero che ai
Testimoni di Geova è proibito di svolgere il servizio militare;
se è vero che ai Testimoni di Geova è proibito svolgere
anche il servizio civile alternativo.
A tutte e tre queste importanti
questioni, dalle quali dipendeva il riconoscimento giuridico o meno
dell’Organizzazione, con una lettera, datata 30 luglio 1993
indirizzata al Ministero della Cultura in persona del dott. P. Zeman da
parte del “Comitato Preliminare della Società Religiosa
dei testimoni di Geova”, i signori Eduard Sobicka e Ondrej Kadlec
risposero negativamente, usando come formula comune per tutti i quesiti
l’espressione: «La risposta è: No, la Società
non lo insegna». In altre parole, negarono che:
(1) l’Organizzazione
proibisca agli adepti di ricevere per se stessi o per i loro figli
sangue in qualsiasi forma, pena la scomunica [disassociazione] dal
gruppo;
(2) il rifiuto del servizio
militare sia imposto dall’Organizzazione, mentre si tratterebbe
di una libera scelta;
(3) ai Testimoni fosse proibito
di svolgere il servizio civile sostitutivo perché la Bibbia non
dice nulla sull’argomento.
Chiunque conosca i Testimoni di Geova
sa benissimo che le cose stanno esattamente al contrario e la
letteratura che lo dimostra è così copiosa che non
è possibile citarne anche solo una piccola parte.
Quest’episodio, pertanto, si aggiunge a tutti gli altri, a
dimostrazione dell’assunto che, quando questa Organizzazione
ritiene di doversi travisare allo scopo di ottenere vantaggi per se
stessa, non esita a farlo, anche ricorrendo alla menzogna o a false
informazioni, come nel caso appena illustrato.
Quindi, quando un magistrato (o un qualunque funzionario dello Stato)
dovesse trovarsi a esprimere delle valutazioni d’ufficio relative
a fatti e circostanze implicanti adepti di movimenti religiosi
alternativi, dovrebbe tener conto che di fronte a sé ha degli
individui che, pur mentendo, non pensano d’essere colpevoli, ma
pienamente nel giusto e che non mostrerebbero, nemmeno se sottoposti al
Lie Detector, turbamenti di sorta perché in piena buona fede, convinti di dire ciò che è giusto.