Antropologia e storia del movimento geovista

Parliamo del volume di Sergio Pollina I Testimoni di Geova e i cristianesimi delle origini. Antropologia di un movimento religioso contemporaneo. Da oltre trent’anni Pollina scrive di cose geoviste e in questo accurato testo il lettore troverà, con un’esposizione mirabilmente chiara, un’ampia gamma di argomenti che costituiscono una vera e propria “cassetta degli attrezzi”, necessaria per un’esaustiva analisi socio-antropologica, oltre che dottrinale, del fenomeno religioso dei Testimoni di Geova.
L’Autore, come pochi altri, conosce molto bene la struttura interna dell’organizzazione dei Testimoni di Geova ed evidenzia come essa funzioni secondo rigide regole: assoluta centralizzazione delle decisioni e rigida standardizzazione dei comportamenti a livello individuale; Pollina evidenzia che la coesione interna del Movimento si realizza attraverso la combinazione di organizzazione e di ristrutturazione del sistema cognitivo. Infatti, pregevole in questo volume è l’indagine sociologica dell’organizzazione religiosa geovista, la quale pretende di definire tutti i risvolti dell’esistenza umana e i legami sociali a partire da un principio unitario sovraordinato (“la rivendicazione della sovranità universale di Geova”). Inoltre, l’Autore analizza gli indicatori di complessità interna al Movimento: ad esempio, evidenzia la specializzazione delle sfere di intervento con la corrispondente formazione di un ceto di “professionisti del sacro” (l’Ordine mondiale dei servitori speciali a tempo pieno dei Testimoni di Geova); tratta la gestione delle risorse finanziarie e umane e l’articolazione per gruppi.
Nel descrivere il sistema di credenze dei Testimoni di Geova, Pollina manifesta la posizione adottata da quei sociologi della religione che assumono il punto di vista di chi agisce, mettendosi nei panni di chi fa qualcosa in base a scelte di tipo religioso. Nell’agire, i Testimoni (rectius, i vertici dottrinali del Movimento) costruiscono il significato che loro stessi attribuiscono al proprio fare; quindi, per il geovismo “religione” è ciò che il Corpo Direttivo (l’autorità dottrinale suprema) dice che sia, quando in una particolare situazione i Testimoni agiscono in base a scelte e comportamenti che essi stessi classificano come religiosi, a prescindere dalla coerenza delle scelte “religiose” e dalla continuità delle tradizioni “religiose” nel corso del tempo.
In quest’originale lavoro ampio spazio è dedicato alla descrizione del sistema geovista di credenze; da questa analisi emerge un Movimento organizzato come un sapere e un potere fondati sulla pretesa di “verità”, con i propri vertici continuamente impegnati a presidiare i confini simbolici tracciati per differenziarsi dall’ambiente sociale e a classificare tutto ciò che ricade al di fuori di essi o che ne minacci l’integrità. Ne emerge un sistema di credenza ristretto, rigido e impenetrabile, caratterizzato da una dipendenza ipocritica degli associati. Pollina non manca di individuare quali siano i confini simbolici che marcano la differenza rispetto all’ambiente sociale. Inoltre, l’Autore indaga sul modo in cui i vertici dottrinali del geovismo presidiano quei confini che essi stessi hanno disegnato nel tempo e che sono in continua ridefinizione; per giunta, l’Autore non si astiene dal riferirsi a specifici modelli di analisi adeguati a valutare l’oggetto del suo studio. Infatti, Pollina argomenta puntualmente sulle ragioni per le quali il movimento dei Testimoni di Geova va ricompreso nella categoria di “setta”; tale classificazione è particolarmente pertinente, se si adotta come criterio discriminante l’atteggiamento del gruppo nei confronti del “mondo”. In questa prospettiva i Testimoni di Geova si collocano a pieno titolo tra le sette utopiche, che criticano il mondo e prefigurano un suo superamento (violento, per effetto dell’Armaghedon geovista) in una realtà diversa (la restaurazione delle condizioni edeniche su una Terra purificata).
Altro tratto originale di questa studio è l’indagine che Pollina fa sul milieu in cui visse Charles Taze Russell, fondatore del geovismo, descrivendo i rapporti di quest’ultimo con i suoi più autorevoli collaboratori: l’Autore ci conduce per mano nell’America della seconda metà dell’Ottocento, illustrandone il sistema di valori e simboli che riguardavano la divinità, l’autorità ecclesiastica e l’insieme di pratiche e norme religiose, humus per la nascita del Russellismo. Dalla documentata indagine storica svolta emerge che il messaggio di C.T. Russell non è rimasto identico a se stesso; è stato mediato dagli ambienti socio-culturali successivi, che lo hanno accolto come temporaneo orizzonte di senso comune e, in tal modo, l’iniziale sistema di credenze è stato continuamente ridefinito nei propri confini simbolici.
In questo certosino lavoro è pure pregevole la messa a nudo delle tecniche e delle strategie adoperate dai Testimoni di Geova nella loro attività proselitistica. Con il loro costante riferimento ai “primi cristiani”, i Testimoni di Geova dimostrano la loro incapacità di comprendere che il messaggio originario di Gesù è fuori dal tempo, perciò universale e assoluto, mentre le sue manifestazioni storiche successive sono condizionate dalle vicende umane; perciò la pretesa di verità, contenuta nel messaggio originario, si deve misurare con le diverse manifestazioni storiche attraverso le quali il cristianesimo è passato. Ecco perché, come opportunamente evidenzia Pollina, è più giusto parlare di “cristianesimi”, cioè di una molteplicità di forme e modelli che la Storia ha conosciuto. L’essenza del cristianesimo, dunque, non è determinabile una volta per tutte, non è qualcosa di astratto, fuori dal tempo, ma va colta interpretando lo sviluppo storico che il cristianesimo ha conosciuto anche entrando in relazione con vari universi culturali.
Con l’acume che lo contraddistingue, Pollina ci aiuta anche a comprendere che la semplice divisione del mondo in due domini – che includono l’uno tutto ciò che è sacro, l’altro tutto ciò che è profano – non è l’unico tratto distintivo del pensiero religioso geovista; piuttosto, la dottrina dei Testimoni di Geova parla di due forze spirituali (Geova e Satana) che si contendono da millenni la sovranità sul mondo e, come argutamente osserva l’Autore, questo dominio ha visto prevalere nel tempo più Satana che Geova!
Il lettore attento godrà anche della sottile ironia che, talvolta, affiora nelle pagine di questo pregevole testo, la cui lettura raccomando con convinzione.

Achille Aveta – Marzo 2019

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