La cronologia: un “pallino” del geovismo fin dalle origini

La cronologia è, ed è sempre stata, la base del messaggio apocalittico predicato in tutto il mondo dai Testimoni di Geova. Ciò si è dimostrato vero sin dal 1876 quando il fondatore del movimento, Charles Taze Russell, allora ventiquattrenne, incontrò a Filadelfia Nelson H. Barbour, secondo avventista e studioso di cronologia biblica, ed apprese da lui «che le profezie indicavano il 1874 come la data in cui ebbe inizio la presenza del Signore e la mietitura» (La Torre di Guardia di Sion e Araldo della Presenza di Cristo, ed. inglese extra, 25 aprile 1894, p. 99). Russell in seguito parlò del forte impatto che ebbero su di lui tali informazioni: «Mi resi conto che gli speciali tempi in cui vivevamo erano d’importanza particolare riguardo al nostro lavoro e al nostro impegno quali discepoli di Cristo; che giacché viviamo nel tempo della mietitura, l’opera della mietitura dovrebbe essere fatta; e che la presente verità è la falce mediante la quale il Signore desidera farci compiere un’opera di mietitura ovunque ci siano suoi figli» (I testimoni di Geova nel proposito divino, 1959, p. 18, ed. inglese). Così ebbe inizio una campagna di predicazione sulla presunzione che Barbour, Russell e i loro associati fossero gli strumenti scelti da Gesù Cristo per separare il «grano» dalla «zizzania»: «Fu un tempo di decisioni importanti. Fu un tempo in cui Gesù Cristo, nella qualità di rappresentante di Geova, sceglieva il canale che doveva essere usato per radunare la sua classe del “grano”» (ivi, p. 21).
È importante comprendere che non solo le idee apocalittiche dei Testimoni di Geova, ma anche la loro pretesa di autorità in quanto eletto strumento e canale di Dio, erano, e lo sono ancora, basate sulla cronologia. Tuttavia, se la data del 1874 stabilita per la «presenza» di Cristo e per la mietitura fu frutto di un errore, è evidente che Russell e i suoi associati non erano lo strumento usato da Cristo per separare il «grano» dalla «zizzania», e i suoi seguaci non erano il «grano» separato dal resto del mondo. È stato dimostrato storicamente, cosa sulla quale ritorneremo, che la data del 1874 era sbagliata. All’inizio degli anni Trenta essa fu abbandonata dalla Watch Tower Society, e l’inizio della «presenza» di Cristo (parousìa) ed il tempo della «mietitura» furono trasferiti al 1914 (L’Età d’oro, 1934, pp. 379, 380, ed. inglese). Oggi la data del 1914 costituisce la base della struttura apocalittica delle credenze dei Testimoni di Geova e anche della pretesa del Corpo Direttivo d’essere sia strumento che canale di Dio.
La data del 1914, inoltre, è un’eredità di Nelson H. Barbour. Essa è il prodotto di un calcolo cronologico, secondo cui i «tempi dei Gentili», menzionati da Gesù in Luca 21:24, dovrebbero essere un periodo di 2.520 anni. Barbour, in uno dei primi numeri del suo periodico, L’Araldo del Mattino, calcolò che l’inizio di questo periodo fosse cominciato con la desolazione di Gerusalemme nel diciottesimo anno di regno di Nabucodonosor, che egli collocava nel 606 a.C. Così pervenne al 1914 d.C. come fine dei «tempi dei Gentili». In tale anno, egli pensava, si sarebbe verificato il culmine del grande «tempo di difficoltà», nel quale le nazioni gentili sarebbero state frantumate e il Regno di Dio avrebbe dominato su tutta la terra. Queste aspettative furono fatte proprie da Russell e dai suoi associati (vedi C.T. Russell, Il tempo è vicino, pp. 76-78, ed inglese).
Sebbene il 1914 dimostrasse d’essere una data importante che doveva condurre all’esplosione della prima guerra mondiale, le aspettative connesse con quell’anno non si realizzarono. Russell morì il 31 ottobre 1916, e la guerra non sfociò nell’anarchia mondiale e in Armaghedon come ci si attendeva. Piuttosto, la guerra ebbe termine nel 1918, causando così molta confusione fra i suoi seguaci. Com’è mostrato dalla Storia, mancate aspettative di tale sorta non sono facili da accettare e deve perciò essere fornita qualche spiegazione. Così, a causa della guerra, fu asserito che il 1914, come data, in fondo fosse giusta, sebbene le precedenti aspettative al riguardo fossero errate. I seguaci di Russell avevano atteso «la cosa sbagliata al tempo giusto», come uno dei suoi più stretti associati disse poi in retrospettiva (A.H. MacMillan, Fede in cammino, 1957, pp. 48-51, ed. inglese). In accordo con tale idea, nel periodo del dopoguerra fu elaborata una serie di reinterpretazioni relativamente a ciò che ci si attendeva, al fine di salvare la data del 1914. Secondo tali interpretazioni, i «tempi dei Gentili» erano scaduti nel 1914, ma la rimozione delle nazioni gentili doveva essere compresa come un processo graduale. Il regno di Dio era stato stabilito nel 1914, ma non sulla terra. Esso era stato stabilito in cielo. Gli «adempimenti» delle aspettative furono così trasferite nell’invisibile reame spirituale.
Ma a questo punto è necessario rispondere a una serie di domande:
 – Come fanno i Testimoni di Geova oggi a sapere che i «tempi dei Gentili» sono finiti nel 1914, quando le nazioni ancora esercitano il loro dominio sulla terra esattamente come avveniva prima di tale data?
– Come fanno a sapere che il Regno di Dio fu stabilito nel 1914 quando tale evento viene collocato nei cieli invisibili?
– Come sanno essi che la «presenza» di Cristo (parousìa) cominciò nel 1914, quando viene asserito che tale «presenza» dev’essere invisibile?
– Come, inoltre, essi sanno che la prima risurrezione cominciò nel 1918 quando tale risurrezione è invisibile e celeste?
– Come sanno che «Babilonia la Grande» (che essi asseriscono sia “l’impero mondiale della falsa religione”) cadde nel 1919, quando le grandi religioni della terra ancora sono fiorenti e non hanno subìto alcuna caduta?
La risposta a tutte queste domande sta nella cronologia basata sulla data fondamentale del 1914. Tuttavia, se la data del 1914 è sbagliata, tutte queste interpretazioni sono anch’esse sbagliate.

Hanno il coraggio di dire la verità?

Nessun movimento religioso sorge senza una motivazione. Com’è stato evidenziato, la cronologia è stato il fattore motivante, il seme che ha dato i natali al movimento oggi conosciuto come Testimoni di Geova. Senza l’elemento della cronologia il gruppo di studio biblico di Pittsburgh del “Pastore” Russell sarebbe probabilmente rimasto un fenomeno locale e passeggero. Fu la «scoperta» di Russell che Cristo era venuto ed era invisibilmente presente dal 1874 che lo spinse a dare inizio a una campagna che infine si sarebbe sviluppata fino a dar vita all’Organizzazione mondiale dei Testimoni di Geova. Sebbene la data del 1874 fosse abbandonata agli inizi degli anni Trenta per essere sostituita con il 1914 quale nuova data per l’inizio della presenza di Cristo, la cronologia rimane ancora l’elemento fondamentale al quale sono vincolate le loro speculazioni profetiche. La cronologia è al centro dell’identità del Movimento, e costituisce la radice dell’«autorità» divina attribuita alla Società Torre di Guardia e al Corpo Direttivo dell’Organizzazione. Abbandonare la cronologia, quindi, vorrebbe dire per la Società Torre di Guardia, un passo di enorme portata. Ciò causerebbe una profonda trasformazione della medesima natura del Movimento. Vorrebbe dire rinunciare a una radicata pretesa di autorità profetica e di esclusività religiosa, come quella di essere «lo schiavo fedele e discreto», «il solo canale di Dio sulla terra». Potrebbe il movimento realmente sopravvivere a un passo del genere?
Senza dubbio ciò causerebbe per un certo tempo crisi profonde, crisi di identità e crisi di fiducia, scismi, divisioni e perdita di membri. Se e quando i capi si confronteranno onestamente con gli errori del sistema cronologico, si troveranno a dover affrontare una scelta storica: cosa ha la precedenza, la verità o l’unità? L’alternativa che normalmente si sceglie in tale situazione è quella dell’unità. Preservare la struttura organizzativa è considerato come uno degli obiettivi primari di molte organizzazioni, sia politiche che religiose. Scegliere l’altra alternativa, la verità, è estremamente raro, sebbene senza dubbio questa dovrebbe essere l’unica, autentica scelta cristiana e di cultura.
In definitiva, possiamo attenderci che il Corpo Direttivo dica la verità sulla sua cronologia? Ciò richiederebbe una grande misura di coraggio, ma anche un’enorme umiltà. Attualmente, hanno i capi dell’Organizzazione tali qualità? Solo il tempo lo dirà, ma a giudicare dalla politica in vigore attualmente nel Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova, sembra del tutto improbabile che essi possano rendere pubblica la verità in un futuro ragionevolmente prossimo. Cosicché ciò dev’essere compito di tutti quei cristiani che nutrono un profondo interesse per i Testimoni di Geova.

adattamento da un articolo di Carl O. Jonsson

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