Il Corpo Direttivo e il rispetto della vita

Per quanto riguarda la posizione dei Testimoni di Geova di fronte al fondamentale valore del rispetto della vita, essa non deriva da un fatto esclusivamente dottrinale o da un’adesione pedissequa al testo biblico, ma dalle instabili interpretazioni del Corpo Direttivo mondiale il quale le adatta, di volta in volta, alle esigenze della propria “politica”. Procediamo alla dimostrazione di quest’affermazione cominciando con l’esaminare le mutevoli posizioni assunte dai Testimoni di Geova riguardo alle vaccinazioni.

Le vaccinazioni? un crimine contro l’umanità!

C.J. Woodworth, responsabile della rivista geovista The Golden Age (ora nota come Svegliatevi!), era decisamente contrario alla pratica delle vaccinazioni. Woodworth non considerava il programma di vaccinazione universale contro il vaiolo un’iniziativa benefica per l’umanità al punto che in The Golden Age del 5/1/1929, p. 502, era scritto: «La gente riflessiva preferirà il vaiolo alla vaccinazione, perché quest’ultima semina sifilide, tumori, eczemi, erisipela, scrofolosi, tisi, perfino lebbra e molte altre odiose malattie. Perciò la pratica delle vaccinazioni è un crimine, un oltraggio, e un inganno» (Si veda anche The Golden Age del 12/10/1921, p. 17; e del 4/2/1931, p. 293). Addirittura l’industria produttrice di “siero, antitossine e vaccini”, nelle mani del “big business” internazionale, veniva identificata come responsabile di una campagna di disinformazione tesa a propagandare i “benefici” delle vaccinazioni (The Golden Age del 3/1/1923, p. 214). Riflessi di questa teoria cospirativa, sostenuta da Woodworth, si avvertono ancora in alcuni articoli apparsi decenni dopo sulla rivista Svegliatevi! del 22 ottobre 1990 sotto il titolo “Sangue: un giro di miliardi”; in cui si evidenziava che il sangue, in quanto “oro rosso”, “è un liquido prezioso, un’importantissima risorsa naturale che è stata paragonata non solo all’oro, ma anche al petrolio e al carbone” (p. 3)

Il disegno è tratto da The Golden Age del 31 maggio 1939, p. 5

Pronunciandosi esplicitamente contro le vaccinazioni, la rivista The Golden Age del 24 aprile 1935, p. 465, dichiarava: «Siccome la vaccinazione è una iniezione diretta di sostanza animale nel circolo sanguigno, la vaccinazione è una diretta violazione della legge di Geova Dio».

Poiché, all’epoca, la legge americana imponeva la vaccinazione antivaiolosa come requisito per l’ammissione alle scuole, il bando imposto dai vertici geovisti causò seri problemi ai Testimoni di Geova di allora. Lasciamo che un protagonista dell’epoca ci narri i fatti (così come riferiti da E.C. Gruss, We left Jehovah’s Witnesses, Grand Rapids 19762, p. 65.): «prima che un bambino fosse ammesso a frequentare il primo anno in una scuola pubblica, doveva esibire un certificato di vaccinazione antivaiolosa. Come potevano ottemperare a quest’obbligo i Testimoni di Geova, i quali credevano che la vaccinazione era contraria alla legge di Dio? I genitori di mia moglie fecero ciò che molti altri genitori Testimoni di Geova erano indotti a fare per motivi dottrinali. Essi la portarono da un dottore che simulò la vaccinazione sulla sua gamba adoperando un acido. Il medico firmò il certificato e mia moglie Joan non ebbe problemi ad iscriversi a scuola. … Anche una cugina di Joan subì un’analoga “vaccinazione”, ma sfortunatamente il medico sparse accidentalmente l’acido sulla sua gamba: ella porta ancora la cicatrice di quell’incidente. Mi fu detto che A.E. Ilett, il medico della Betel [con il termine Betel si indicano la sede centrale del Movimento allora a Brooklyn e le sue filiali nel mondo, ndt], compilava certificati senza praticare le relative vaccinazioni». Si noti con quanta disinvoltura i vertici geovisti inducevano i Testimoni di Geova a sottrarsi a terapie mediche imposte per legge!

Figura tratta da The Golden Age del 30 marzo 1932, p. 409

Improvvisamente, all’inizio degli anni Cinquanta (The Watchtower, 15/12/1952, p. 764), dopo la morte di Woodworth (1870-1951), i vertici geovisti cambiarono idea e abolironoil divieto di vaccinarsi; perché? Probabilmente per il fatto che, quando iniziò in grande stile l’attività “missionaria” dei Testimoni di Geova in molti paesi del terzo mondo, il certificato di vaccinazione era indispensabile ai loro propagandisti mandati in missione (come, d’altra parte, indirettamente confermano: La Torre di Guardia del 1° giugno 1962, p. 351; La Torre di Guardia del 1° maggio 1965, p. 283, e La Torre di Guardia del 1° dicembre 1974, p. 735). Va ricordato che il giudizio negativo sulle vaccinazioni permaneva ancora negli anni Sessanta del secolo scorso; infatti La Torre di Guardia del 1° giugno 1962, p. 351, definiva la vaccinazione “una contaminazione dell’organismo umano”.

Riepilogando, l’edizione inglese del periodico geovista L’Età dell’Oro del 24 aprile 1935, p. 465, condannava la pratica delle vaccinazioni, considerandola una “violazione diretta della legge di Geova”; ma, in seguito, la “rivelazione” prese una direzione diametralmente opposta, consentendo ai Testimoni di Geova di praticare l’inoculazione di sieri perché quest’ultima «comunque, è una circostanza praticamente inevitabile in alcuni settori della società» (cfr. La Torre di Guardia del 1° maggio 1965, p. 283). Strana questa rivelazione che prima vieta la sieroprofilassi e poi la consente perché ormai tutti la praticano!

È degno di nota che i versetti biblici usati per mettere al bando le vaccinazioni erano gli stessi che vengono ora utilizzati per vietare l’uso del sangue. Chiediamo: Dio aveva cambiato idea sulle questioni, o i vertici del Movimento avevano preso un colossale abbaglio a tutto danno dei fedeli e acritici adepti?

Emofilia e sterilizzazione

Purtroppo quello dei vaccini non è l’unico caso di una “rivelazione divina” ritrattata dal Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova! Infatti nella terapia della terribile emofilia è accaduto qualcosa di analogo. La Svegliatevi! dell’8 agosto 1975, p. 29, a proposito dei fattori coagulanti – ricavati dal sangue – impiegati nella cura dell’emofilia, categoricamente sanciva: «I veri cristiani non impiegano questo pericoloso trattamento, dando ascolto al comando biblico di “astenersi dal sangue”».

Questa “condanna a morte” degli emofiliaci è stata abiurata con La Torre di Guardia del 1° novembre 1978, p. 31.

Un altro soggetto che ha visto l’ingerenza del Corpo Direttivo nella vita dei singoli Testimoni e che ha creato loro serie difficoltà, è la sterilizzazione sia dell’uomo che della donna. Si sa che nel caso di una donna, che ha avuto vari figli col taglio cesareo, i medici ritengono opportuna la sterilizzazione per evitare una gravidanza che potrebbe far rischiare la vita della donna. Ebbene, fino al 1975 ai Testimoni di Geova era vietato sottoporsi alla sterilizzazione in casi del genere (cfr. La Torre di Guardia del 15 dicembre 1962, p. 763); successivamente, con La Torre di Guardia del 1° ottobre 1975, p. 605, il Corpo Direttivo cambiò parere e concesse ai Testimoni di Geova la facoltà di sottoporsi a questa forma di terapia chirurgica.

I trapianti d’organo? cannibalismo!

È spesso accaduto che, venuto meno il veto dei vertici dottrinali geovisti, i singoli Testimoni si sono di buon grado sottoposti a pratiche prima vietate. Questo conferma che per i Testimoni di Geova l’obiezione di coscienza non è un’autonoma scelta, ma un comportamento indispensabile per conservare l’appartenenza al gruppo; da strumento di elevazione della personalità umana si trasforma in mezzo di difesa dell’identità del gruppo totalitario geovista.

Sotto quest’aspetto sarà illuminante esaminare anche l’evoluzione dell’ideologia geovista riguardo alla pratica dei trapianti d’organi. Sulla possibilità da parte degli adepti di sottoporsi a trapianti, La Torre di Guardia del 15 marzo 1963 sosteneva: «non pare che vi sia implicato alcun principio o legge scritturale. È quindi una cosa che ognuno deve decidere da sé».

Ma questa libertà di coscienza concessa agli adepti durò ben poco. Infatti, La Torre di Guardia del 15 marzo 1968, p. 190 ss., incredibilmente legiferò: «Quelli che si sottopongono a tale operazione (cioè a trapianto d’organo) si sosterranno quindi della carne di un altro uomo. Questo è cannibalesco … Geova Dio non diede agli uomini il permesso di cercar di perpetuare la propria vita mettendo cannibalescamente nei loro corpi carne umana, sia masticandola che nella forma di interi organi o parti del corpo tolte da altri.»

Quindi, sul presupposto illogico e non biblico che un trapianto d’organo equivalesse a un gesto di cannibalismo, ai Testimoni di Geova dell’epoca si inculcava il convincimento che

– sottoporsi a un trapianto di rene equivale a mangiare un rene;

– farsi trasfondere del sangue (in parte o in toto) equivale a mangiare sangue.

A sostegno di questa nuova posizione, il geovismo ricorreva a ogni sorta di “fonte” scientifica, inculcando negli adepti che: «Da molto tempo si sa che coloro che hanno subìto trapianti cardiaci hanno problemi psichiatrici postoperatori in numero superiore alla media. Ma pare si possa dire la stessa cosa riguardo ad alcuni altri trapianti di organi vitali, come i trapianti di reni. … Talora si registra un fatto singolare, il cosiddetto “trapianto di personalità”. Cioè in alcuni casi la persona che ha ricevuto l’organo ha apparentemente adottato certe caratteristiche della personalità di colui da cui proveniva l’organo. … Dopo un trapianto, un uomo d’indole mite divenne aggressivo come il donatore.» (La Torre di Guardia del 15 febbraio 1976, p. 103)

Disegno tratto da La Torre di Guardia del 15 agosto 1971, p. 486

L’idea che una persona subisse un “trapianto di personalità” per effetto di un trapianto d’organo venne sostenuta anche ricorrendo alla paradossale tesi con la quale si affermava che il cuore fosse la letterale sede dei sentimenti dell’individuo. Infatti La Torre di Guardia del 15 agosto 1971, p. 486 ss., sosteneva dogmaticamente: «che cos’è il cuore? Potete dire: Di quale cuore parli? Voi sapete di avere un cuore nel torace, quello che pompa il sangue in tutto il vostro corpo, provvedendo a ogni singola cellula tale flusso vitale. Ma avete un altro “cuore” nella testa, un “cuore figurativo”? Fa esso parte del vostro cervello o è esso quella capacità astratta del cervello che chiamiamo “mente”? No! Il cervello, in cui ha sede la mente, è una cosa e il cuore che abbiamo nel torace, con la sua facoltà di spronare, ne è un’altra. … Salvo poche eccezioni, l’uso della parola “cuore” nella Bibbia è limitato alle funzioni del cuore umano come centro dei propri desideri, delle proprie emozioni e dei propri affetti, come luogo che include le capacità di spronare. La Bibbia non parla di un cuore simbolico o spirituale facendo un contrasto con il cuore carnale o letterale, come non parla di una mente simbolica, e pertanto non vogliamo fare l’errore di considerare il cuore letterale come una semplice pompa carnale come fa oggi la fisiologia ortodossa. La maggioranza degli psichiatri e degli psicologi hanno la tendenza a mettere in una categoria superiore la mente e ad attribuire poca se non nessuna influenza al cuore carnale … C’è una stretta interdipendenza fra il cuore e la mente, ma sono due diverse facoltà, accentrate in luoghi diversi. Il cuore è una pompa muscolare fatta in modo meraviglioso, ma, in modo più significativo, insite in esso sono le nostre facoltà emotive e di spronare. Amore, odio, desiderio (buono e cattivo), preferenza per una cosa piuttosto che per un’altra, ambizione, timore, in effetti, tutto ciò che serve a spronarci in relazione con i nostri affetti e i nostri desideri ha origine dal cuore. … La Bibbia fa una netta distinzione fra cuore e mente. Gesù fece tale distinzione … È significativo che quelli che sono stati sottoposti a trapianto di cuore, quando i nervi che collegano il cuore al cervello sono tagliati, hanno gravi problemi emotivi dopo l’operazione. … Una cosa è certa, perdendo il loro proprio cuore, sono stati privati delle facoltà del “cuore” edificate in loro col passar degli anni e che contribuivano a renderli quello che erano in quanto alla personalità.»

Quale fu l’effetto di queste direttive? Una esperienza narrata da un Testimone dell’epoca ben ne illustra le assurde conseguenze: «potevo sopravvivere e andare avanti bene con un solo rene sano. Scelsi di farmi togliere il rene. Il giorno prima dell’operazione il capo dell’équipe per i trapianti di reni venne a chiedermi se accettavo di mettere il rene cui rinunciavo a disposizione di un giovane paziente i cui reni avevano smesso di funzionare. Pare che, sebbene l’arteria che alimentava il rene non funzionasse, il rene stesso fosse in buone condizioni. Il medico desiderava avere il mio rene, ma gli spiegai che come testimone di Geova dovevo conformarmi a quello che indica la legge di Dio a tale riguardo. … Più tardi, quel giorno, lo informammo del nostro atteggiamento biblico rispetto alla carne umana e al suo uso, citando dalla Parola di Dio passi attinenti. Chiese se potevo avere una buona coscienza dopo aver negato al suo giovane paziente il mio rene. Rispondendo gli dissi che non potevo dare il mio rene perché non mi apparteneva, e che lo si doveva usare in armonia con la volontà di Colui che l’aveva creato.» (La Torre di Guardia del 1° giugno 1970, p. 349 ss.)

Dopo oltre dodici anni, per incanto com’era comparso, il bando dei trapianti sparì per effetto di quanto sostenuto da La Torre di Guardia del 1° settembre 1980, p. 31: «La congregazione dovrebbe intraprendere qualche azione disciplinare nei confronti di un cristiano battezzato che accetta il trapianto di un organo umano, come una cornea o un rene? … Si può anche sostenere che i trapianti d’organo sono diversi dal cannibalismo, dal momento che il ‘donatore’ non viene ucciso per essere mangiato. … Mentre la Bibbia vieta esplicitamente il consumo di sangue, non c’è alcun comando biblico che vieti specificamente di introdurre nel proprio corpo tessuti di un’altra persona. Per questa ragione ciascun individuo … deciderà in base alla propria coscienza ciò che può o non può fare davanti a Dio. Se qualcuno accettasse un trapianto, il comitato giudiziario della congregazione non prenderebbe misure disciplinari nei suoi confronti.»

Ancora una volta, come nel caso delle vaccinazioni, non si fa ammenda da parte dei vertici del Movimento per i danni causati dal divieto fatto rispettare per anni sotto lo spauracchio dei «comitati giudiziari»!

Scomparso il veto sui trapianti, anche la risibile tesi del “trapianto di personalità” per effetto di un trapianto di organo è scomparsa dalla letteratura geovista, allo stesso modo è svanita nel nulla la teoria del cuore come sede dei sentimenti; anzi, oggi, spudoratamente dimentichi di quanto affermato fino a qualche anno prima, i vertici del Movimento ironizzano su quest’ultima teoria: «Gli antichi egizi credevano che il cuore fisico fosse la sede delle facoltà intellettuali e dei sentimenti. Pensavano anche che il cuore possedesse una volontà propria. I babilonesi dicevano che il cuore ospitasse sia l’intelligenza che l’amore. Secondo il filosofo greco Aristotele, il cuore era la sede dei sensi e la sfera d’attività dell’anima. Ma col passare del tempo e col crescere della conoscenza, queste concezioni vennero messe da parte. Infine si comprese cos’è effettivamente il cuore: una pompa che fa circolare il sangue in tutto il corpo.» (La Torre di Guardia del 1° giugno 1986, p. 15; si confronti quanto citato con la tesi geovista sostenuta in La Torre di Guardia del 15 agosto 1971 menzionata in precedenza).

Il Direttivo geovista – senza fare alcun riferimento alla propria posizione ampiamente sostenuta in precedenza – con un disarmante candore afferma ora ciò che è lapalissiano per tutti da moltissimo tempo: «Come dobbiamo dunque comprendere la parola “cuore”? … Che straordinario numero di diverse funzioni e capacità vengono attribuite al cuore! Sono tutte nel cuore letterale? Difficilmente potrebbe essere così. … è chiaro che sia il termine greco che quello ebraico tradotti “cuore” vengono usati dagli scrittori biblici per riferirsi alla serie di qualità emotive e morali che contribuiscono a formare l’intimo di una persona.» (La Torre di Guardia del 1° novembre 1984, p. 4 ss.). Un imbarazzante capitolo della storia del geovismo veniva così chiuso lasciandosi dietro una scia di morti e invalidi che non sapranno mai perché hanno dovuto soffrire tanto inutilmente!

Osservazioni conclusive

Quanta superficialità manifesta il Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova nella gestione della vita dei propri adepti! Dagli esempi surriportati ogni lettore avveduto avrà notato quanta volubilità caratterizza questo Corpo Direttivo. Pertanto è lecito chiedere ad ogni Testimone: come si fa a far dipendere la propria fede dall’instabile giudizio di un gruppo dirigente che, agendo nel modo descritto, manifesta così poco rispetto per la santità della vita di ogni associato?

Conoscendo i fatti sinteticamente descritti, quale genitore ragionevole e timorato di Dio sarebbe disposto ad immolare la propria vita o quella di un figlio sull’altare del geovismo al solo pensiero che la regola di fede, per la quale è richiesto il sacrificio, potrebbe in seguito mutare e rendere il medesimo sacrificio inutile, addirittura irragionevole, secondo nuovi criteri di “verità” adottati dal Corpo Direttivo?

Appare evidente che i Testimoni di Geova violano apertamente il monito apostolico: «Foste comprati a prezzo; smettete di essere schiavi degli uomini» (I Epistola ai Corinzi 7,23). Riflettano i Testimoni di Geova sui documentati fatti esposti! Lo scopo di queste pagine è ben riassunto dalle parole prese a prestito da La Torre di Guardia del 15 giugno 1964, p. 368: «Dire e dimostrare che un’altra religione è falsa non è una forma di persecuzione religiosa per nessuno. Non è persecuzione religiosa il fatto che una persona informata smascheri pubblicamente una certa religione indicando che è falsa… Smascherare pubblicamente la falsa religione è un servizio di pubblica utilità, anziché persecuzione religiosa, ed è in relazione con la vita eterna e la felicità delle persone e tuttavia le lascia libere di scegliere.»

Nel corso dei secoli innumerevoli martiri hanno immolato la propria vita in nome della fede; il ricordo del loro sacrificio dovrebbe essere uno sprone a vivere responsabilmente la propria religiosità. Ma è veramente responsabile colui che fa dipendere la propria fede dall’arbitrio di alcuni capi che, nel corso del tempo, hanno mostrato d’essere volubili?

Con una serie limitata di esempi si è dimostrato quanto siano instabili le “verità” propinate ai singoli fedeli dal Corpo Direttivo (supremo organo deliberante in materia dottrinale) di questo movimento religioso; e si noti che gli esempi hanno per oggetto questioni vitali: la pratica delle vaccinazioni, la terapia dell’emofilia, la sterilizzazione e i trapianti d’organo.

Achille Aveta (Testo aggiornato nell’ottobre 2022)

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