Di tanto in tanto vengono alla ribalta della cronaca vicende di Testimoni di Geova che corrono seri rischi per la salute a causa del loro rifiuto di emoterapie; in rete sono presenti stime approssimative sul numero di vittime di questa nociva direttiva geovista.
In varie nazioni sono attivi gruppi di Testimoni di Geova che non condividono alcuni aspetti dell’ideologia geovista in tema di emoterapia; infatti, è ben nota l’attività dell’AJWRB (Associated Jehovah’s Witnesses for Reform on Blood). Proprio prendendo spunto da quanto pubblicato sul sito dell’AJWRB, si propongono di seguito alcuni quesiti sui quali anche i lettori di fede geovista sono invitati a riflettere, per comprendere fino a che punto la loro posizione di rifiuto di emoterapie sia frutto di una libera scelta dettata dalla propria coscienza.
Per ciascun quesito viene proposto un commento contenente spunti di riflessione utili per incoraggiare i Testimoni a effettuare una valutazione veramente autonoma.
- Il Testimone di Geova è in grado di spiegare quali terapie, implicanti il ricorso al sangue, accetta e quali rifiuta? Inoltre, può illustrare su cosa si basa la differenza tra le due diverse opzioni? In particolare, dove la Bibbia spiegherebbe quali frazioni del sangue si possono assumere e quali no?
A queste domande il Testimone di Geova risponderà citando alcuni brani biblici (Genesi 9, 3.4; Levitico 17, 11; Atti degli apostoli 15, 28.29; 21, 25). Di fronte a un così preciso riferimento a fonti bibliche, sarà opportuno evidenziare che i versi citati, relativi all’“assumere sangue”, si riferiscono al mangiarlo o al berlo, quindi quale verso biblico consente di includere una trasfusione di sangue nel divieto di “mangiarne”?
La questione è stabilire se un’emotrasfusione equivalga a “mangiare sangue”. Ormai anche la letteratura del Movimento geovista ammette che la trasfusione di sangue equivale a un trapianto (cfr. la rivista Svegliatevi! del 22 ottobre 1990, p. 9; l’opuscolo geovista Salvare la vita col sangue: in che modo?, Roma 1990, p. 8). È evidente che una trasfusione non corrisponde a un pasto, piuttosto il trattamento trasfusionale corrisponde a un trapianto di tessuto o di organo. Quale potere nutritivo avrebbe un’alimentazione a base di sangue? Il sangue trasfuso, così come un rene o un fegato trapiantato, non viene usato dal corpo come semplice alimento. Eppure il Movimento geovista si sforza di convincere gli affiliati che un’emotrasfusione equivalga ad alimentazione per via venosa. Infatti, in un noto manuale di propaganda geovista (La verità che conduce alla vita eterna, Roma 1990, p. 167) è scritto: «Alcune persone possono ragionare che ricevere una trasfusione di sangue in effetti non significhi “mangiare”. Ma non è forse vero che quando il paziente non può mangiare per bocca, i medici spesso lo alimentano con lo stesso metodo secondo cui si somministra la trasfusione di sangue? … Se un medico vi dicesse di astenervi dall’alcool, significherebbe ciò semplicemente che non dovreste prenderlo per bocca ma che lo potreste trasfondere direttamente nelle vostre vene? Naturalmente no! E così, “astenersi dal sangue” significa non immetterlo affatto nel nostro corpo». (Cf. Cosa insegna realmente la Bibbia? Roma 2005, p. 130)
È del tutto fuorviante fare un paragone tra alcol e sangue: si tratta di fluidi decisamente diversi tra loro. L’alcol si trova in una forma che è direttamente assorbibile dall’organismo come alimento, invece il sangue – una volta trasfuso – non viene digerito o utilizzato come cibo; il sangue resta lo stesso tessuto fluido con le sue funzioni e strutture. Inoltre, per usare la stessa metafora citata dalla fonte geovista, la prescrizione del medico di “astenersi dall’alcool” imporrebbe al paziente di non far uso di uno sciroppo antitosse, di un colluttorio, di un dopobarba o di una soluzione antisettica perché contenenti alcol? E ancora, se a un paziente viene prescritto di non “mangiare carne”, verrebbe violata tale prescrizione, allorché lo si sottoponesse a un trapianto d’organo (fegato, cuore, rene …)?
Per adoperare il sangue come alimento, esso dovrebbe essere mangiato: dovrebbe passare per l’apparato digerente (bocca, stomaco, intestino ecc.), essere metabolizzato, cessando quindi di svolgere quelle funzioni vitali per le quali, invece, viene trasfuso; d’altronde, avete mai visto un medico prescrivere il sangue come alimento per ristabilire un paziente malnutrito?
La speciosità dell’argomentazione geovista si evidenzia meglio ricorrendo a un’illustrazione. Considerate due soggetti, incapaci di alimentarsi da soli e per questo ricoverati in ospedale; uno di loro viene solo trasfuso, l’altro viene alimentato per via intravenosa. Quale dei due riceve nutrimento? È chiaro che non si prescrive una trasfusione per far fronte a un caso di malnutrizione, mentre l’emoterapia è necessaria per sostituire qualcosa che il corpo del paziente ha perso, ad esempio le emazie necessarie per la funzione di trasporto di ossigeno ai tessuti. Pertanto, dal punto di vista medico, non ha senso tentare di stabilire un’equivalenza tra l’emoterapia e il sostentamento con il sangue, o un’alimentazione a base di sangue.
- Se la Bibbia bandisce le trasfusioni di sangue, perché i vertici del Movimento geovista autorizzano l’infusione di tante frazioni di sangue? Per esempio, perché ai Testimoni di Geova è consentito di accettare tutti i singoli componenti del plasma, mentre è vietato farsi trasfondere plasma intero?
È appena il caso di evidenziare che la Bibbia non distingue i componenti ematici in principali e secondari, il che dimostra quanto sia arbitraria la posizione dei vertici geovisti: i Testimoni di Geova capiscono le sottili distinzioni che consentono l’assunzione di certe frazioni di sangue, mentre vietano quella di altre?
Uno degli aspetti più problematici connessi al rifiuto delle emoterapie da parte dei Testimoni di Geova è dato dal fatto che essi accettano terapie a base di immunoglobuline, fattori coagulanti, albumina, ecc., ma oppongono un netto rifiuto ad assumere tutte insieme queste stesse sostanze come componenti del plasma. In base a quale logica a un Testimone è consentito di assumere separatamente ciascun componente del plasma, ma gli è vietato di assumere il plasma nella sua interezza? Forse la causa del divieto risiede nel 90% di acqua di cui è composto il plasma? Eppure quest’acqua è la parte meno “stabile” del plasma, perché essa è facilmente scambiabile con quella presente nelle cellule e nei fluidi corporei extracellulari!
- Perché le piastrine (che rappresentano lo 0,17% di tutto il volume ematico) e i leucociti (l’1% del volume ematico) sono vietati ai Testimoni, mentre è consentito l’uso di albumina (che rappresenta il 2,2% del volume ematico)?
Per quanto riguarda i leucociti, ce ne sono più all’esterno del torrente sanguigno che al suo interno: solo il 2-3% d’essi si trovano nel sangue; perciò un Testimone che accetti un trapianto d’organo, assumerà più leucociti di quelli che riceverebbe attraverso una trasfusione di sangue. Pertanto, il veto sui globuli bianchi appare privo di significato.
Per giunta, si sa che – a parità di volume – il latte materno contiene leucociti in misura da 5 a 12 volte maggiore di quelli contenuti nel sangue; pertanto un neonato riceve più leucociti dal latte materno che da quelli che potrebbe ottenere attraverso una trasfusione. Questa circostanza si realizza anche nel caso del latte vaccino; perciò ogni volta che un Testimone di Geova beve del latte, assume una quantità di leucociti proibiti maggiore di quella che ricaverebbe da una trasfusione di sangue! Ciò vanifica, di fatto, il divieto geovista, rendendolo incomprensibile.
- In base a quali criteri etici i Testimoni di Geova accettano numerosi componenti ematici, sui quali non vige più il veto del Movimento, che vengono ricavati dalle donazioni di tanti non Testimoni, senza che questi ultimi si premurino di reintegrare le scorte di sangue cui pure attingono ormai a piene mani?
I Testimoni emofilici accettano il fattore VIII e dipendono dalla sua assunzione per vivere. Sanno questi sfortunati Testimoni che le dosi di fattore VIII, necessarie a sostenerli per la normale durata di una vita, vengono estratte da una quantità di sangue che si aggira sui 100.000 litri? (Si tratta di una stima prudenziale. La quantità di sangue necessaria è probabilmente molto più grande. Un articolo dell’edizione inglese di La Torre di Guardia del 15 giugno 1985, intitolato “L’Inghilterra, il sangue e l’AIDS”, affermava che ogni dose di fattore VIII è tratta da plasma proveniente da non meno di 2.550 diversi donatori). Con ciò si evidenzia l’incoerenza della posizione geovista sull’uso degli emoderivati laddove la rivista geovista Svegliatevi! del 22 dicembre 1972 attestava che “quelli che danno ascolto a tale comando (di astenersi dall’emoterapia) … possono ben risparmiarsi molte angosce a causa dei rischi connessi alle trasfusioni di sangue”.
I Testimoni di Geova sono indotti dai loro vertici dottrinali ad assumere atteggiamenti incoerenti, come nella circostanza in cui rifiutano una trasfusione di sangue, che salverebbe loro la vita, e accettano invece di prendere il sangue di 2.500 donatori, contenuto in una sola dose di fattore VIII antiemofilico per fermare un’emorragia. Va detto, quindi, che anche i Testimoni di Geova corrono il rischio di contrarre l’AIDS da sangue contaminato e da emoderivati non vietati dal Movimento e che essi, in effetti, assumono all’occorrenza. Infatti, il Direttivo geovista permette agli affiliati di ricevere derivati dal sangue come il fattore VIII (per gli emofilici), la globulina Rh immune (per le donne incinte con l’incompatibilità Rh), l’albumina (antishock) e varî sieri tratti dal sangue (antitossine) per combattere certe malattie. Perciò, col tempo, i vertici dell’Organizzazione geovista hanno dovuto ammettere che i Testimoni che assumono tali componenti del sangue devono essere “disposti o meno ad accettare eventuali rischi per la salute che derivano dall’iniettare un preparato che deriva dal sangue altrui” (La Torre di Guardia del 1° giugno 1990, pp. 30-31).
A tutto ciò si aggiunge un problema etico: siccome molti Testimoni di Geova accetteranno trasfusioni di frazioni di sangue non più vietate dal Movimento, facendo così crescere la domanda di sangue, c’è da rilevare come sia moralmente discutibile una direttiva che consente a oltre 8 milioni di Testimoni di Geova di fruire di donazioni di sangue senza che ad alcuno di loro possa essere consentito di donarlo!
Eppure, purtroppo, questi stessi Testimoni sono pronti a sacrificare la propria esistenza o la vita dei propri figli pur di sostenere una direttiva incoerente, che è stata frequentemente modificata e che, è auspicabile, potrebbe essere revocata da un giorno all’altro, com’è già accaduto nel caso dei bandi geovisti su vaccinazioni e trapianti d’organo.
Achille Aveta (Testo aggiornato nell’ottobre 2022)