La teocrazia dei Testimoni di Geova

Alla domanda: come dev’essere governata la moderna «Chiesa di Dio»? Il geovismo risponde: «Il dominio e l’amministrazione della congregazione di Dio è dal cielo; è teocratico» (cit. dal libro geovista Vita eterna nella libertà dei figli di Dio, Brooklyn 1967, p. 167). Quindi incentreremo la nostra analisi su ciò che nel geovismo rappresenta un assioma indiscutibile: il governo “teocratico” sulla “fratellanza mondiale” dei Testimoni di Geova.

I presupposti ideologici della teocrazia geovista

La Torre di Guardia del 15 gennaio 1994, p. 15, affermava: «Teocrazia significa dominio di Dio. Implica che si accetti l’autorità di Geova e se ne seguano le norme e le istruzioni nelle piccole e nelle grandi decisioni della vita. … Gesù disse che durante la sua presenza regale avrebbe reso riconoscibile un fedele gruppo di seguaci, uno “schiavo fedele e discreto”, e l’avrebbe costituito sopra tutti i suoi averi. … Nel 1919 questo schiavo fu identificato con il rimanente dei cristiani unti [cioè i 144.000 eletti da Dio per una vita celeste]. Da allora esso, in quanto rappresentato dal Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova, è stato il centro della teocrazia sulla terra. In tutto il mondo il Corpo Direttivo è rappresentato dai Comitati di Filiale, dai sorveglianti viaggianti e dagli anziani di congregazione. … Collaborare con l’organizzazione teocratica è un aspetto essenziale della sottomissione alla teocrazia. Tale collaborazione favorisce l’unità e l’ordine nell’“intera associazione dei fratelli” a livello mondiale» (parentesi aggiunte). Di conseguenza, secondo i Testimoni di Geova, «per avere un’organizzazione teocratica e cristiana, si devono rigettare le tradizioni religiose della cristianità ritornando alle istruzioni e alle disposizioni apostoliche del primo secolo» (La Torre di Guardia del 15 febbraio 1955, p. 102).

Strettamente connessa a questa visione della “teocrazia” è la seguente concezione della Bibbia: «La Bibbia è fondamentalmente un libro organizzativo; essa mette in netto risalto che se vogliamo acquistare la vita dobbiamo riconoscere l’organizzazione teocratica. … Gesù predisse che ci sarebbe stata oggi sulla terra un’organizzazione teocratica, la classe dello “schiavo fedele e discreto” … I fatti mostrano che questa organizzazione è associata con i testimoni di Geova. Essa è apostolica in quanto segue gli insegnamenti e i metodi di predicazione degli apostoli ispirati e … ha un corpo direttivo che è strettamente associato con … la Società Torre di Guardia di Bibbie e trattati» (La Torre di Guardia del 1° febbraio 1956, p. 76).

Altrove il geovismo ha specificato: «Poiché nel primo secolo d.C. la Chiesa aveva un corpo direttivo … e dei visibili sorveglianti nominati dallo “spirito santo” …, oggi un analogo modello organizzativo è seguito in tutte le congregazioni dei testimoni di Geova» (cit. dal libro geovista Accertatevi di ogni cosa; attenetevi a ciò che è eccellente, Brooklyn 1974, pp. 316-320). «L’unità viene mantenuta … con la sottomissione a un canale organizzativo, lo schiavo fedele e discreto» (cit. dal libro geovista Organizzati per compiere il nostro ministero, Roma 1985, p. 25). «La parola “canale” è impiegata per descrivere un mezzo di trasmissione … Dalla Pentecoste del 33 d.C. in poi (Dio ha) provveduto un fidato canale direttivo per l’intendimento delle rivelazioni della sua volontà e dei suoi propositi … Questo canale di Dio è costituito dalla congregazione collettiva degli unti … per far conoscere le comunicazioni di Dio» (La Torre di Guardia del 1° novembre 1955, pp. 646, 653, 656, 658, 659).

Ma chi comanda nell’ambito di questo moderno «canale»? «Egli (Dio) ha scelto un piccolo gruppo di questi che sono fedeli e maturi per formare un visibile corpo direttivo» (cit. dal libro geovista Qualificati per essere ministri, Brooklyn 1963, p. 365). «Esso (il Corpo Direttivo) agisce per lo “schiavo fedele e discreto” e come suo portavoce avendolo Gesù Cristo costituito sin dal 1914» (La Torre di Guardia del 1° agosto 1958, p. 455).
Stando alla letteratura geovista, quale rapporto intercorrerebbe tra Dio e questo “canale”? «Egli (Dio) adopera la classe dello “schiavo” semplicemente per pubblicare l’interpretazione nel modo in cui la Corte Suprema tramite Cristo Gesù la rivela» (The Watchtower del 1° luglio 1943, p. 203). «Cristo è il teocratico ufficiale di collegamento» (cit. dal libro geovista Questo significa vita eterna, Brooklyn 1952, p. 126). «Egli trasmette il messaggio o per mezzo di un messaggero angelico … o mediante lo spirito santo che ispira l’agente successivo nel sistema di comunicazione … Il canale terreno può essere tanto un profeta quanto un’organizzazione collettiva che funge da profeta» (La Torre di Guardia del 1° novembre 1955, pp. 649-650). Come avverrebbe questo «trasferimento di verità» dal cielo alla terra? Il libro geovista Vindication (vol. 3, p. 250) affermava che gli angeli sono usati per quest’opera di «consegna delle istruzioni».

Riassumendo quindi: «Mediante lui (Gesù Cristo) Geova rivela progressivamente i suoi propositi per il suo popolo e l’ordine degli eventi» (La Torre di Guardia del 1° novembre 1982, p. 23). Il controllo esercitato dal Creatore su questa “organizzazione teocratica” sarebbe tale che il Corpo Direttivo «deve rendere conto a Dio del modo in cui usa i fondi (degli enti che impiega)» (La Torre di Guardia del 15 febbraio 1955, p. 107).
Di fronte a questo tipo di “teocrazia”, cosa resta da fare ai singoli Testimoni di Geova? Essi devono riconoscere che «in questi ultimi giorni Gesù ha costituito lo schiavo fedele e discreto sopra tutti i suoi averi e che lo spirito santo guida questo schiavo nel nominare anziani che pascano le pecore … Perciò essere teocratici include avere profondo rispetto per questo schiavo, per le disposizioni organizzative che esso emana e per la disposizione degli anziani in seno alla congregazione» (La Torre di Guardia del 1° gennaio 1993, p. 23).
In effetti, fu Joseph Franklyn Rutherford – secondo presidente del movimento geovista – che contribuì in maniera determinante alla “sacralizzazione” dell’organizzazione da lui diretta. Infatti, notate cosa scriveva in uno dei suoi best-seller, intitolato Ricchezza (Brooklyn 1936, pp. 7, 303, 336): «questo libro non contiene l’opinione d’un uomo, ma espone la verità tratta dalla Parola di Dio. … La Torre di Guardia è stato il mezzo di comunicazione e d’istruzione per il popolo di Dio. Questo … significa piuttosto che il Signore provvede a mezzo dei suoi angeli affinché siano date al suo popolo le istruzioni al proprio tempo. … Il Signore ha benignamente provveduto a che fosse pubblicato il suo messaggio sotto forma di libri, affinché i popoli fossero informati della verità. Nelle ultime pagine di questo libro troverete un elenco di queste pubblicazioni ».
Ovvia la conclusione che il comune Testimone di Geova trae da quanto esposto: «è dunque essenziale operare in stretta associazione con questa classe dello “schiavo”» (cit. dal libro geovista La tua parola è una lampada al mio piede, Brooklyn 1969, p. 35). E, più recentemente, La Torre di Guardia del 1° dicembre 2002, commentando un brano della Lettera agli Efesini [6:13-15], affermava a p. 22: «La completa armatura di Dio deve quindi includere una conoscenza aggiornata della Parola di Dio. Questo sottolinea l’importanza di tenersi al passo con l’intendimento della verità rivelato da Geova tramite la sua Parola e la classe dello schiavo fedele e discreto. Il regolare studio personale della Bibbia e delle pubblicazioni bibliche è indispensabile per tenere in efficienza la nostra armatura spirituale». La conclusione dell’intero argomento, secondo il geovismo, è ovvia: «Perciò quando ci sottomettiamo lealmente alla guida dello schiavo fedele e del suo Corpo Direttivo, ci sottomettiamo a Cristo» (La Torre di Guardia del 1° aprile 2007, p. 24).

Lo «schiavo fedele e discreto»: chi è realmente?

Date queste premesse, la letteratura geovista presenta questa classe dello “schiavo fedele e discreto” come il moderno profeta di Dio; per esempio, La Torre di Guardia del 15 settembre 1972, p. 549, affermava: «Oggi le persone … hanno a disposizione la Bibbia, ma è poco letta o compresa. Ha dunque Geova un profeta per aiutarle, per avvertirle dei pericoli e per dichiarare cose avvenire? A questa domanda si può dare una risposta affermativa. Chi è questo profeta? … Questo “profeta” non fu un uomo ma un gruppo di uomini e donne. Fu il piccolo gruppo dei seguaci delle orme di Gesù Cristo, chiamati a quel tempo “Studenti Biblici Internazionali”. Oggi si chiamano cristiani testimoni di Geova».
A proposito di questa “classe dello schiavo fedele e discreto”, nella letteratura geovista si legge ancora: «Benché come classe lo schiavo sia definito “fedele e discreto”, Gesù non disse che sarebbe stato infallibile. Questo gruppo di fedeli fratelli unti è ancora composto di cristiani imperfetti. Anche con le migliori intenzioni, possono sbagliare … Tuttavia i loro motivi sono puri, e Geova si serve di loro per provvederci pubblicazioni di studio biblico che edificano la nostra fede nella Parola di Dio e nelle Sue promesse» (La Torre di Guardia del 1° dicembre 2002, p. 17). Secondo il geovismo, quindi, uno dei «modi in cui Geova comunica oggi con noi» è attraverso «“lo schiavo fedele e discreto” costituito per provvedere “cibo [spirituale] a suo tempo” … Gran parte di questo cibo a suo tempo ci perviene sotto forma di pubblicazioni stampate, come La Torre di Guardia, Svegliatevi! e altre pubblicazioni» (La Torre di Guardia del 1° maggio 2000, p. 14). In definitiva, l’assunto categorico è: «la volontà dello schiavo è volontà di Geova» (La Torre di Guardia del 15 novembre 1956, p. 691).
Questo «schiavo» è stato così identificato solo dal 1927; in precedenza, invece, si sosteneva che tale «schiavo» fosse Charles Taze Russell, ideologo di riferimento degli Studenti Biblici di fine Ottocento e fondatore della Società Torre di Guardia di trattati di Sion (Zion’s Watch Tower Tract Society poi divenuta Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania) – cfr Annuario del 1976 dei Testimoni di Geova, p. 86. Infatti, fino al 1927 era convinzione diffusa e condivisa negli ambienti geovisti che C.T. Russell fosse colui «al quale erano stati affidati tutti gli interessi del Regno»; attualmente, invece, la letteratura geovista sostiene che non è compito di un solo individuo provvedere lo spirituale “cibo a suo tempo”: «Questo schiavo non poteva essere un singolo individuo, perché doveva provvedere cibo spirituale dalla fondazione della congregazione cristiana, avvenuta alla Pentecoste, fino al ritorno del Signore, Gesù Cristo, per la resa dei conti. I fatti indicano che questa classe dello schiavo fedele e discreto è formata da tutti i cristiani unti in vita sulla terra in un qualsiasi dato momento presi collettivamente» (La Torre di Guardia del 15 maggio 1995, p. 16).
Come mai, se le cose stanno così, dal 1879 al 1927 Dio avrebbe deciso di trattare con un solo uomo e non con una classe di persone? Forse tutto ciò che fu insegnato dal geovismo fino al 1927 deve essere ripudiato perché non proviene da Dio? E che dire del fatto che, stando all’insegnamento geovista, Cristo avrebbe “ispezionato lo schiavo” nel 1918 e, dopo averne verificato la fedeltà, nel 1919 gli avrebbe affidato “la gestione di tutti i suoi averi sulla terra” (La Torre di Guardia del 1° aprile 2007, p. 22)? Sulla base di quali elementi “lo schiavo” avrebbe superato l’ispezione, visto che la guida del Movimento da parte di un solo soggetto era in contrasto con la volontà divina? Evidentemente fino al 1927 i seguaci di Russell e Rutherford non sono stati il popolo approvato da Dio, perché Dio non “comunica” attraverso una sola persona!
Qual è allora il corretto significato da attribuire alla parabola dello «schiavo fedele e discreto» di Matteo 24:45-48? È possibile che l’espressione “schiavo fedele e discreto” si riferisca in senso generale a ciascun cristiano individualmente?
È un fatto che tutti i cristiani devono essere “fedeli e discreti”; infatti Gesù disse: «Perciò chiunque ode queste mie parole e le mette in pratica sarà assomigliato a un uomo discreto, che edificò la sua casa sul masso di roccia» (Mt. 7:24). Tutti i cristiani indistintamente hanno la responsabilità di conoscere le parole di Cristo e di metterle in pratica; quindi, non è né irragionevole né antiscritturale credere che ogni cristiano abbia la medesima opportunità d’essere considerato individualmente come uno «schiavo fedele e discreto».
Per giunta, nel commentare Mt. 24:45-48 il geovismo ha trascurato un fatto importante: Gesù sta parlando, in questa parabola, di un solo schiavo che potrebbe assumere due atteggiamenti: o mostrarsi «fedele e discreto» nell’adempiere le sue mansioni (v. 45), oppure essere «malvagio» arrogandosi prerogative che non gli spettano (v. 48). Infatti, al v. 48 si parla di «quello schiavo», cioè quello del v. 45 che, invece di mostrarsi fedele, si comporta da malvagio.

Il Corpo Direttivo: strumento divino o centrale di potere umano?

Quale funzione assolve il Corpo Direttivo in questa «organizzazione guidata dallo spirito di Geova» (cit. dal libro geovista Organizzati per compiere il nostro ministero, Roma 1983, p. 11)? Attualmente il geovismo sostiene: «I fatti mostrano che oggi “lo schiavo fedele e discreto” è associato con i testimoni di Geova ed è rappresentato dal Corpo Direttivo di questi Testimoni. Questo corpo a sua volta nomina sorveglianti con vari compiti — come anziani e rappresentanti viaggianti — perché dirigano l’opera a livello locale. La santa sottomissione richiede che ciascun Testimone dedicato sia sottomesso a questi sorveglianti» (La Torre di Guardia del 1° febbraio 1993, p. 16); «Geova ha incaricato “lo schiavo fedele e discreto” di dispensare cibo spirituale. Questa classe dello schiavo fedele si serve di pubblicazioni stampate, fra cui le riviste La Torre di Guardia e Svegliatevi!, e anche di adunanze e assemblee per darci il “cibo a suo tempo”: quello di cui abbiamo bisogno, quando ne abbiamo bisogno. (Matteo 24:45)» (cit. dal libro geovista Accostiamoci a Geova, Roma 2002, p. 76).
Tralasciando le modalità secondo le quali solo i membri del Corpo Direttivo avrebbero ricevuto l’incarico di rappresentare l’intera classe dello “schiavo fedele e discreto” e senza entrare nel merito di come vengano cooptati i componenti del Corpo Direttivo, il geovismo sostiene: «Nei nostri giorni il Corpo Direttivo … promuove lealmente gli interessi della pura adorazione sotto l’autorità di Gesù su Cristo» (cit. dal libro geovista Uniti nell’adorazione del solo vero Dio, Roma 1983, p. 121). «Queste cose profonde (della Parola di Dio) sono rese note dallo spirito santo per mezzo dell’organizzazione teocratica dei testimoni di Geova. Mentre quelli che hanno la responsabilità di provvedere il cibo spirituale per il popolo di Dio investigano con diligenza le Scritture per acquistare accurata conoscenza, lo spirito amplia a poco a poco il loro intendimento …; oggi lo spirito non ispira alcuno a fare infallibili interpretazioni della Scrittura, ma esercita un’influenza sui servitori di Dio mentre studiano la Bibbia in modo che certe verità sono richiamate alla loro attenzione» (La Torre di Guardia del 15 agosto 1960, p. 488).
Notate: mentre si dice che “lo schiavo” è composto dall’intera classe dei fedeli unti, oggi viventi, l’istruzione biblica, «il cibo a suo tempo» in geovese, viene impartita solo attraverso pubblicazioni controllate dal Corpo Direttivo; infatti La Torre di Guardia del 1° aprile 1960, p. 222, sosteneva: «Indipendentemente da chi abbia scritto certi articoli, questi sono accuratamente controllati da membri del corpo direttivo prima di essere pubblicati». In altre parole se il «cibo» non ha l’approvazione del Corpo Direttivo, esso non viene distribuito; lo stesso articolo affermava: «… la necessità che coloro che sono responsabili del materiale pubblicato dalla nostra Società, abbiano lo spirito santo. L’evidenza dello spirito santo nella qualità e nel contenuto degli scritti pubblicati dalla Società Torre di Guardia dovrebbe essere la cosa che convince e soddisfa, confrontando inoltre queste pubblicazioni con … le Sacre Scritture».
Come mai, allora, l’insegnamento che il Corpo Direttivo ha rivolto ai Testimoni di Geova da oltre un secolo è così pieno di errori? Basti ricordare che in diversi casi sono state proposte dottrine che inizialmente furono spiegate in un modo, successivamente fu data una interpretazione del tutto diversa; infine, su alcuni temi si è tornati al primitivo insegnamento. Per giunta, questi ripensamenti si sono verificati dopo la purificazione che, secondo il Corpo Direttivo, Dio avrebbe compiuto nel 1919. Infatti, attualmente il 1919 è additato come anno d’inizio della «purificazione spirituale» della classe dello “schiavo fedele e discreto”; che questa ripulita fosse necessaria è indicato con chiarezza nella stessa letteratura geovista: «E in quel tempo questi sinceri cristiani erano ancora insozzati e contaminati con un certo numero di dottrine, atteggiamenti e disposizioni religiose della cristianità apostata, e divennero vittime della paura che li paralizzava … La storia indica che Geova Dio li udì dal cielo e nel 1919 cominciò a guarirli, inviando loro curativo cibo spirituale per liberarli dalla paura degli uomini e dalla schiavitù alle organizzazioni ed istituzioni umane».
È interessante notare che questa «purificazione spirituale» si sarebbe verificata all’insaputa dello stesso “schiavo”; eccone la prova: «La venuta di Cristo al tempio nel 1918 (con la conseguente purificazione) fu interamente inaspettata, anche per i suoi devoti e fedeli seguaci. La veracità della sua venuta a quel tempo fu ravvisata per la prima volta dopo quell’avvenimento ossia nel 1922» (cit. dal libro geovista La verità vi farà liberi, Brooklyn 1944, p. 303). Quindi, lo “schiavo fedele e discreto” sarebbe stato purificato da Dio senza saperlo! Perciò, attraverso questa inconsapevole purificazione l’organizzazione geovista si sarebbe adeguata al modello teocratico voluto da Dio!
L’autosuggestione è così completa che il Corpo Direttivo, in veste di moderno «profeta» di Dio «guidato dal Cielo», definisce le proprie pubblicazioni per lo studio biblico come strumenti che permettono di individuare «infallibilmente» la via della vita eterna (cfr. l’opuscolo geovista Vittoria divina, suo significato per l’afflitta umanità, Brooklyn 1973, ultima pagina di copertina). Inoltre, il Corpo Direttivo parla di se stesso come dell’unico depositario dell’adempimento dell’Apocalisse biblica: «Geova Dio aveva del lavoro da far compiere al rimanente dopo la prima guerra mondiale … Dio li aveva impiegati per fare la storia rispetto al moderno adempimento della Rivelazione (o Apocalisse). Pertanto ogni racconto di tale adempimento, per essere completo e verace, deve includere la menzione del rimanente dei cristiani unti» (cit. dal libro geovista Quindi è finito il mistero di Dio, Brooklyn 1971, p. 258). Altrove il Corpo Direttivo precisa: «Per comprendere il libro di Rivelazione dobbiamo: ricevere l’aiuto dello spirito di Geova; discernere quando ha avuto inizio il giorno del Signore; riconoscere chi è oggi lo schiavo fedele e discreto. … Oggi Dio ha un canale per dare nutrimento spirituale … Gesù identificò la parte terrena di questo canale definendola “lo schiavo fedele e discreto” … Egli si serve di questa classe prefigurata da Giovanni per svelare il significato della profezia» (cit. dal libro geovista Rivelazione: Il suo grandioso culmine è vicino!, Roma 1988, pp. 15-16).
Ribadiamo cosa significa «teocrazia» per il Corpo Direttivo: «L’organizzazione della congregazione cristiana è teocratica, perché Dio è il suo organizzatore … Essa opera teocraticamente, perché funziona ricevendo gli ordini dall’alto, da Dio, per mezzo del suo Figlio Gesù Cristo … Diciannove secoli fa Iddio per mezzo del suo Figlio Gesù Cristo istituì questa organizzazione teocratica fra gli uomini» (cit. dal libro geovista Questo significa vita eterna, Brooklyn 1952, p. 123).
Cosa significa che il Corpo Direttivo “riceve gli ordini da Dio per mezzo di Cristo”? Il Corpo Direttivo non fa alcun mistero circa la propria convinzione d’essere il solo, vero interprete della volontà divina: «Quando Egli (Geova) rivela la sua luce alla Chiesa dei suoi unti, Egli lo fa per mezzo del Capo della sua organizzazione, Cristo Gesù» (cit. dal libro di J.F. Rutherford, Creazione, Brooklyn 1927, p. 279). Inoltre, ai Testimoni di Geova viene fatto credere che: «Nel marzo dell’anno postbellico del 1919, lo spirito santo divenne poderosamente operante sul rimanente dei dedicati e battezzati servitori di Geova sulla terra» (La Torre di Guardia del 1° aprile 1981, p. 50). «È urgente avanzare di pari passo con le verità rivelate nei nostri giorni … Nel 1922, mediante la sua organizzazione visibile, Geova rivelò che ora era il tempo di “annunciare … il Re e il suo regno”. … Nel 1939 fu rivelata chiaramente la nuova verità sulla controversia della neutralità. … Specialmente dal 1945 cominciarono ad essere rivelate le verità inerenti al sangue» (La Torre di Guardia del 1° dicembre 1964, pp. 719-720). In definitiva La Torre di Guardia del 15 giugno 1985, p. 12, incalzava: «Dio rivela queste cose profonde “per mezzo del suo spirito”, la forza attiva che agisce in modo potente sui cristiani unti incaricati da Cristo Gesù di provvedere cibo spirituale»; altrove il geovismo asserisce: «Il Creatore rivela la verità ai suoi servitori in maniera progressiva. Perciò è naturale che di tanto in tanto il nostro intendimento delle Scritture si raffini» (La Torre di Guardia del 15 luglio 2006, p. 22).
Qualora qualcuno non abbia ancora capito l’antifona, il Corpo Direttivo esplicita il proprio temerario pensiero in questi termini: «Gesù … ha affidato “tutti i suoi averi” sulla terra (gli interessi terreni del suo regno) a fedeli unti cristiani, che egli stesso chiamò “lo schiavo fedele e discreto”. … Un rimanente di questo “schiavo fedele” è ancora in vita oggi sulla terra. I loro compiti includono il ricevere e il trasmettere a tutti i servitori terreni di Geova cibo spirituale a suo tempo. Essi occupano una posizione simile a quella di Paolo e dei suoi collaboratori; con riferimento alle meravigliose verità che Dio dà al suo popolo, egli disse: “A noi Dio le ha rivelate per mezzo del suo spirito”» (I Corinti 2:9,10). (La Torre di Guardia del 1° novembre 1982, p. 17).
Avete notato con quanta scaltrezza il Corpo Direttivo tace sul modo in cui esso riceverebbe le istruzioni da Gesù; il riferimento a Paolo dà l’impressione che «le verità» siano trasmesse mediante una rivelazione non meglio definita. Sebbene non chiarisca il modo in cui riceverebbe autorità da Dio, il Corpo Direttivo pretende comunque assoluta sottomissione: «È indispensabile che … tutti si sottomettano lealmente agli insegnamenti e alle disposizioni del grande Teocrata, Geova, e del suo Figlio Re, Cristo Gesù, trasmessi mediante lo “schiavo fedele” sulla terra. … Mediante lui (Gesù Cristo) Geova rivela progressivamente i suoi propositi per il suo popolo … Geova ha provveduto una gran quantità di mezzi per capire la Bibbia, sotto forma di pubblicazioni (scritte dal Corpo Direttivo), affinché il nostro pensiero e il nostro insegnamento possano essere armonici». (Ivi, pp. 17, 23, 24) Risulta incontestabile che il Corpo Direttivo ritiene d’essere oggetto di rivelazioni da parte di Dio: compito di quelli che conoscono realmente i fatti è di mostrare quanto discutibile sia questa convinzione.
Nell’organizzazione dei Testimoni di Geova, sotto il manto della teocrazia, tutto viene apparentemente diretto dall’alto; comunque questa struttura «teocratica» si interrompe determinando una esatta linea di confine tra l’elemento divino e quello umano all’altezza del Corpo Direttivo, che è l’unico incontestato arbitro di tutto. Nonostante il fatto che il Corpo Direttivo sia fallibile e non ispirato, esso cerca a tutti i costi di simulare una immediata familiarità con Dio e, di conseguenza, chiede in modo pressante ai singoli Testimoni di Geova di riconoscergli una funzione di mediazione tra loro e Dio.
La fase che provoca perplessità è: come Dio interverrebbe per guidare questa classe? La guida che il Teocrata darebbe a questo Corpo è diversa da quella che concede a chiunque gli chieda consiglio e direttiva? L’ovvio margine di errore, che si manifesta nell’operato del Corpo Direttivo, può indurre i Testimoni di Geova ad accettare le direttive di questo Corpo con il beneficio del dubbio? È legittimo chiedersi: che valore bisogna attribuire al «fattore umano» che è implicato nelle decisioni del Corpo Direttivo?

Domande indagatrici

Da La Torre di Guardia (del 15 giugno 1963, pp. 377-382) apprendiamo che lo «schiavo», più esattamente il Corpo Direttivo, «non pretende di essere ispirato», che esso è formato da coscienziosi studiosi della Bibbia i quali correggono le loro interpretazioni sbagliate, «quando se ne accorgono» e, se fanno errori, non li commettono intenzionalmente. Ai Testimoni di Geova rivolgiamo la cordiale esortazione di riflettere sulle seguenti domande, «per provare se siete nella fede, … per provare ciò che voi stessi siete» (II Cor. 13:5):
– Cosa significa che il Corpo Direttivo non pretende di essere ispirato? significa che potrebbe esserlo? che lo è? oppure che non lo è affatto?
– Cosa significa che il Corpo Direttivo è ripieno di spirito santo? che differenza esiste tra essere ripieni di spirito santo ed essere ispirati?
– Che cosa significa il fatto che il Corpo Direttivo sia guidato dallo spirito di Dio? Quale sarebbe l’evidenza dell’operato di Dio in tutte le pubblicazioni del Corpo Direttivo?
– Come si determina il confine tra il pensiero umano e il pensiero di Dio nelle decisioni che prende il Corpo Direttivo?
– Come si manifesta lo spirito santo sul Corpo Direttivo, quando si raduna per stabilire una dottrina? è sufficiente che esso faccia una preghiera collettiva prima di prendere una decisione per affermare che «la volontà dello schiavo è volontà di Geova» (La Torre di Guardia del 15 novembre 1956, p. 691)? Proprio perché è stato scritto che «la volontà dello schiavo è volontà di Dio», chiediamo: come si forma la volontà dello «schiavo»? Sulla volontà di Dio non si discute, ma come si concretizza la volontà dello «schiavo» che, poi, in ultima analisi si riduce a volontà del Corpo Direttivo? Non crediamo che ci sia un diretto intervento divino, altrimenti saremmo nel campo dell’ispirazione; il Corpo Direttivo procede per tentativi: fa un’ipotesi, poi aspetta gli effetti di questa scelta per sapere se essa sia stata opportuna, se cioè abbia avuto il «beneplacito di Geova». Ma quali uomini partecipano alla definizione della «volontà dello schiavo»? Se non sono tutti unti, in base a quale criterio selettivo vengono invitati questi estranei ad esprimersi su argomenti che il Corpo Direttivo farà propri in seguito? In altre parole, se il Corpo Direttivo si avvale della collaborazione di individui esterni a se stesso, entro quali limiti, con quali competenze, come li sceglie, quali compiti attribuisce loro? Se la reazione dell’intera massa dei Testimoni di Geova è sintomatica per determinare se lo “spirito santo” abbia approvato la scelta operata o se si debba modificare l’opinione espressa, perché si cerca in tutti i modi di scoraggiare la libera espressione di perplessità che alcuni possono avere su determinate opinioni espresse dal Corpo Direttivo? Le opinioni di chi hanno valore ai fini della determinazione se un punto di vista debba essere modificato?
– Come possono degli uomini comuni assurgere al rango di unici interpreti della volontà divina in modo così dogmatico? Perché proprio quegli uomini e non altri possono ricoprire il ruolo di membri del Corpo Direttivo ed essere legittimamente depositari della volontà di Dio? Quali sono gli strumenti superiori che questi imperfetti, fallibili esseri umani possiedono? Quali prerogative esclusive li pongono in una dimensione superiore? Godono forse di qualche dono carismatico che li eleva sulla massa degli altri sinceri servitori di Dio?
– Siccome nel Movimento il potere dottrinale è nelle mani del Corpo Direttivo, composto da unti, sorge la domanda: perché questa autorità è gestita da un ristrettissimo numero di unti, il Corpo Direttivo, mentre – stando all’interpretazione geovista – Gesù avrebbe attribuito autorità a tutta la classe dello «schiavo» menzionato in Mt. 24? Quale procedura permette a un unto piuttosto che a un altro di appartenere al Corpo Direttivo? è Dio che sceglie direttamente? sono gli uomini che si mettono d’accordo? Se è così, su cosa si basa quest’accordo e che c’entra Dio negli affari di uomini imperfetti?
Evitando accuratamente di dare risposte esaurienti a questi interrogativi, il Corpo Direttivo incalza nella sua “presunzione teocratica”: «Non c’è dubbio, abbiamo tutti bisogno di aiuto per capire la Bibbia, e non possiamo trovare la guida di cui abbiamo bisogno per capire le Scritture al di fuori dell’organizzazione dello “schiavo fedele e discreto”» (La Torre di Guardia del 15 agosto 1981, p. 19).
È opportuno concludere con una precisazione: le critiche mosse in questa sono espressamente rivolte ai capi dell’Organizzazione, non ai singoli Testimoni di Geova verso i quali nutriamo sentimenti di sincero interesse e profonda considerazione cristiana. Queste note sono un invito alla riflessione: come possono tanti Testimoni di Geova accettare pedissequamente le imposizioni del Corpo Direttivo senza porsi domande logiche sulla natura della struttura in cui si trovano, sulla scelta dei titolari del potere supremo, anche di vita o di morte?

Achille Aveta

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