I Testimoni di Geova e la “fine del mondo”

Recentemente vi ha fatto visita un Testimone di Geova? Allora è il momento di riflettere attentamente su alcuni moniti biblici: «Allora se qualcuno vi dice: “Ecco, il Cristo è qui”, o: “È la!” non lo credete. Poiché sorgeranno falsi Cristi e falsi profeti» (Matteo 24,23-24). «Comunque, fratelli, riguardo alla presenza del nostro Signore Gesù Cristo e al radunamento presso di lui, vi preghiamo di non essere presto scossi dalla vostra ragione né di eccitarvi sia per una espressione ispirata che per un messaggio verbale o per una lettera come se (venisse) da noi, secondo cui il giorno di Geova sia venuto» (II Epistola ai Tessalonicesi 2,1-2).

Se avete ascoltato attentamente la presentazione del Testimone di Geova alla vostra porta, ricorderete quanta enfasi sia stata data all’idea che dal 1914 d.C. il mondo vivrebbe i suoi “ultimi giorni” in attesa “dell’imminente” fine; avrete pure notato come sia fondamentale, nel calcolo del tempo dei Testimoni di Geova, l’esatta individuazione dell’inizio dei “fissati tempi delle nazioni” o “tempi dei Gentili”; essi pongono tale inizio nell’anno 607 a.C.

La Bibbia, la Storia, l’Archeologia e l’Astronomia forniscono molte prove per ritenere insostenibile la data del 607 a.C., scelta dal geovismo per la distruzione di Gerusalemme ad opera del re babilonese Nabucodonosor; piuttosto gli studiosi di cose antiche concordano nell’attribuire a quell’avvenimento la data del 587 a.C. In estrema sintesi riportiamo alcune delle prove a sostegno del 587 a.C.:

a) Una corretta esegesi di Geremia 25,10-12 e 29,10 rende insostenibile la posizione dei Testimoni di Geova in relazione alla datazione della distruzione di Gerusalemme.

b) Storici antichi, come Beroso e Claudio Tolomeo, sostenuti dalle “cronache” babilonesi, dalle iscrizioni reali risalenti al periodo neo-babilonese e da dati astronomici, consentono di collocare nel 587 a.C. la distruzione di Gerusalemme.

c) La comparazione sincronica tra la cronologia egizia della XXVI dinastia e quella del periodo neo-babilonese conferma la data del 587 a.C.

d) Migliaia di documenti cuneiformi commerciali ed amministrativi, contemporanei a fatti storici relativi alla distruzione di Gerusalemme, permettono di stabilire con accuratezza che Gerusalemme fu distrutta nel 587 a.C.

In questa sede è impossibile dilungarsi per esaminare tutti gli elementi di prova a dimostrazione della insostenibilità della scelta geovista, per chi desideri approfondire l’argomento segnaliamo l’eccellente libro di Carl O. Jonsson I Tempi dei Gentili. La profezia senza fine dei Testimoni di Geova. A questo punto ci limiteremo all’esposizione di uno dei più lineari elementi di prova a sostegno dell’anno 587 a.C.

Molte migliaia di documenti commerciali, scritti in caratteri cuneiformi e datati, permettono di stabilire che dal terzo anno di regno di Nabucodonosor fino al primo anno di Dario I trascorsero 81 anni, quindi 83 anni dividono il primo anno di Nabucodonosor dal primo anno di Dario I. Considerato che gli stessi Testimoni di Geova sostengono che il primo anno di Dario corrisponde al 521 a.C. (cfr. Ausiliario per capire la Bibbia, p. 317), deduciamo che il primo anno di Nabucodonosor corrisponde al 604 a.C.; infatti: 521+83 = 604.

Questo fatto di per sé pone fuori causa il 607 a.C. sostenuto dai Testimoni di Geova: come avrebbe potuto Nabucodonosor distruggere Gerusalemme tre anni prima di ascendere al trono, dal momento che la Bibbia afferma che quella distruzione si verificò durante il suo diciottesimo anno di regno (Geremia 52,29)?

Ma perché tanta cura per dimostrare che i Testimoni di Geova sbagliano quando scelgono il 607 a.C. come data per la distruzione di Gerusalemme? Se è infondata la data d’inizio dei “tempi dei Gentili”, è pure insostenibile il 1914 d.C. come anno in cui, secondo i Testimoni di Geova, Cristo sarebbe invisibilmente tornato per giudicare l’umanità e porre fine alla malvagità!

L’infondatezza biblica e storica del 1914 pone in crisi l’intero edificio dottrinale geovista e, contemporaneamente, spiega i fallimenti profetici dei Testimoni di Geova che, basando il loro escatologismo sul 1914 come data cardine “ricavata dalla Bibbia”, avevano predetto la «fine del mondo» inizialmente proprio per il 1914, poi per il 1918, quindi per il 1925, ancora per il 1941 e per il 1975. Considerati i fatti storici brevemente accennati, quale credibilità possiamo accordare ai Testimoni di Geova che si presentano alle nostre porte come «profeti della fine della malvagia società umana»?

Ricaviamo il commento conclusivo proprio da una pubblicazione geovista: «Geova, l’Iddio dei veri profeti, svergognerà tutti i falsi profeti o non adempiendo la falsa predicazione di tali sedicenti profeti o facendo adempiere le sue proprie profezie in senso opposto alla predicazione dei falsi profeti. I falsi profeti cercheranno di nascondere la ragione per cui proveranno vergogna» (Paradiso restaurato per il genere umano dalla Teocrazia! Brooklyn 1974 pp. 353-354).

Achille Aveta

1 commento su “I Testimoni di Geova e la “fine del mondo””

  1. Salve. Anche a me è capitato di discutere qualche volta con i Testimoni di Geova a proposito del loro calcolo del tempo per cui saremmo ormai molto vicini alla fine della società mondiale così com’è oggi. E puntualmente è successo che, appena si toccava l’argomento della datazione degli avvenimenti del passato, la risposta che mi davano era: le fonti secolari non sono concordi sulla data da attribuire a certi avvenimenti della storia antica. Detto tra parentesi, ho poi scoperto che questa era la risposta che un loro libriccino insegna a dare quando si parla di date con gli estranei. Infatti, anche a proposito della data della distruzione dell’antica città di Gerusalemme da parte dei re babilonesi, la loro risposta era sempre la stessa: i Testimoni di Geova si lasciano guidare prima di tutto dalla Bibbia piuttosto che da una cronologia che si fonda su testimonianze secolari spesso discordanti; perciò crediamo che Gerusalemme fu distrutta dai babilonesi nel 607 a.C.
    Colpito dall’insistenza con cui essi battevano sull’inaffidabilità delle date fornite dagli studiosi, tempo fa ho deciso di fare una ricerca al riguardo. In una biblioteca ho trovato un libro di Petra Eisele su Babilonia nel quale sta scritto che a proposito della caduta di Gerusalemme gli studiosi dell’Antico Testamento e gli storici non sono ancora oggi d’accordo. Perbacco, sembrava che la tesi dei Testimoni non fosse proprio campata in aria!
    Tuttavia approfondendo l’argomento, nello stesso libro si spiega: mentre ad esempio Ernst Vogt dai calcoli fatti conclude che Gerusalemme cadde nell’anno 586, per l’archeologo W.F. Albright è da prendersi in seria considerazione soltanto l’anno 587 anche se alcuni studiosi continuano a sostenere una data che si colloca nell’anno seguente. Anche Ernst Kutsch, Martin Noth e con loro la maggior parte degli studiosi sono oggi convinti che la conquista di Gerusalemme ebbe luogo nell’estate dell’anno 587.
    Ah, ma allora il disaccordo riguarda solo la differenza di un anno, il 587 o il 586 a.C. E che cosa ha a che fare ciò con l’anno 607 difeso dai Testimoni? Aspetto di incontrare di nuovo i Testimoni per mostrare loro il libro che poi mi sono procurato.

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